Modello 730, la data dell’invio per avere il rimborso a luglio. Come funziona e i tempi
E sull’argomento interviene l’esperto: «Chi lo invia più tardi, potrebbe dover aspettare settembre, ottobre o persino novembre»
Dichiarazione redditi entro oggi, 20 giugno, per avere il rimborso nella busta paga di luglio. «Per molti lavoratori dipendenti – spiega l’esperto Nicola Teofilo, di Immobiliare.it – il modello 730 non è solo un adempimento fiscale, ma anche un’opportunità concreta per recuperare parte delle tasse pagate in più durante l’anno. Con la dichiarazione dei redditi si può infatti ricevere una somma aggiuntiva direttamente in busta paga, utile per alleggerire spese estive o imprevisti di stagione. Ma per riceverlo già a luglio 2025, è fondamentale rispettare alcune scadenze. Infatti, chi presenta il 730 troppo tardi rischia di vedere slittare il rimborso di diversi mesi. Il rimborso Irpef derivante dal modello 730 viene accreditato nella busta paga di luglio se la dichiarazione è stata inviata oggi, venerdì 20 giugno. Chi trasmette il 730 tra fine giugno e metà luglio, invece, vedrà slittare il conguaglio al mese successivo. Chi lo invia più tardi, potrebbe dover aspettare settembre, ottobre o persino novembre».
La tempistica del rimborso di luglio è quindi legata alla data di invio della dichiarazione dei redditi e alla presenza o meno di un sostituto d’imposta. Diverse sono le tempistiche per ciascuna delle seguenti categorie di appartenenza. 1) Lavoratori dipendenti con sostituto d’imposta: il rimborso arriva nella busta paga di luglio se il 730 è stato presentato entro il 20 giugno; slitta ai mesi successivi se inviato più tardi. 2) Pensionati: il rimborso arriva con il cedolino tra agosto e settembre. 3) Contribuenti senza sostituto d'imposta: il rimborso viene accredito direttamente dall'Agenzia delle Entrate a partire da dicembre, con tempistiche più lunghe.
Come funziona il rimborso 730 ai dipendenti? «Il rimborso – sottolinea – è il risultato di un ricalcolo delle imposte effettivamente dovute per l'anno precedente. Se, grazie a detrazioni e deduzioni, risulta che nel 2024 sono state trattenute più tasse del necessario, allora l'Agenzia delle Entrate restituisce la differenza. L'accredito è automatico. Per i lavoratori dipendenti, il rimborso arriva direttamente in busta paga, tramite il datore di lavoro che funge da sostituto d'imposta. Queste somme non sono tassate, né soggette a contributi: aumentano il netto in cedolino. Per esempio, un dipendente che ha diritto a un rimborso di 795 euro, vedrà la busta paga di luglio aumentare di tale importo rispetto al solito».
Il chiarimento
«Per capire - chiarisce - quando verrà erogato il rimborso, la prima cosa da controllare è la data di invio del 730. Le tempistiche variano sia in base alla data di presentazione, sia al canale utilizzato». Lo stato del rimborso può essere monitorato online. A seconda della categoria, si possono utilizzare canali diversi per il monitoraggio. I lavoratori dipendenti possono accedere all'area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate con Spid, Cie o Cns, cercare la sezione “Cassetto fiscale” e consultare la voce “Dichiarazioni fiscali” per visualizzare il modello 730/2025 e controllare l'eventuale credito. Chi ha attivato i servizi fiscali sull'app IO riceve notifiche sull'elaborazione della dichiarazione e sull'erogazione del rimborso. I pensionati possono invece monitorare la sezione “Cedolino pensione” del sito Inps, selezionando agosto o settembre e cercando la voce “Conguaglio da dichiarazione dei redditi”.
Tempi
«Chi presenta il 730 – avverte l'esperto – senza indicare un sostituto d'imposta, per scelta o perché non ha un datore di lavoro, riceverà il rimborso direttamente dall'Agenzia delle Entrate, tramite bonifico sul conto corrente indicato nella dichiarazione. L'erogazione comincia a dicembre, ma in alcuni casi può arrivare anche entro sei mesi dalla presentazione del modello. Per esempio, se sono in corso dei controlli fiscali, i tempi si allungano di 3-4 mesi dalla chiusura delle verifiche. In ogni caso, è fondamentale comunicare un Iban valido all'Agenzia, altrimenti il rimborso arriverà sotto forma di titoli postali emessi da Poste Italiane».
«Se il rimborso tarda ad arrivare - ricorda - possono esserci diversi motivi: errori nella dichiarazione dei redditi; controlli fiscali; dati bancari errati o mancanti. In questi casi conviene verificare lo stato della pratica nell'area riservata dell'Agenzia delle Entrate oppure chiedere assistenza a un Caf o commercialista. Se, dopo mesi, il rimborso ancora non arriva, è possibile inviare un sollecito formale o contattare direttamente l'Agenzia contattando il numero verde 800 90 96 96 (da fisso) o lo 06 97617689 (da cellulare). Quindi, il consiglio è di muoversi per tempo, evitando che eventuali problemi restino irrisolti fino al prossimo anno fiscale».