Il Tirreno

Basket

Achille Polonara ha la leucemia mieloide: che cos’è e quali sono i sintomi


	L'atleta con la maglia azzurra
L'atleta con la maglia azzurra

L’annuncio choc della Virtus Bologna in una nota alla vigilia di gara 3 della finale scudetto: «Forza Achi siamo tutti con te, ti aspettiamo»

4 MINUTI DI LETTURA





BOLOGNA. Un macigno sulla Virtus Bologna. La società emiliana, alla vigilia di gara 3 della finale scudetto contro Brescia (Vu Nere avanti 2-0 e al primo match point), fa sapere che «nel corso delle ultime settimane Achille Polonara è stato sottoposto a ulteriori indagini mediche specialistiche a seguito delle quali è stata formulata la diagnosi di leucemia mieloide. Polonara è ora ricoverato presso l’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna dove ha già iniziato le terapie specifiche. Tutta la famiglia di Virtus Segafredo Bologna è vicina ad Achille e ai suoi affetti e augura al ragazzo una pronta guarigione. Forza Achi siamo tutti con te, ti aspettiamo».

In campo per l’ultima volta lo scorso 2 giugno in occasione della gara 2 della semifinale contro Milano, Polonara era rimasto ai box saltando le successive sfide con l’Olimpia e i primi due round con Brescia a causa di una sindrome mononucleosica, aveva fatto sapere la Virtus.

Per la 33enne ala anconetana una nuova battaglia: nell’ottobre 2023, infatti, da poco in forza alle Vu Nere, Polonara era stato sottoposto a intervento chirurgico per la rimozione di una neoplasia testicolare, scoperta grazie a un controllo antidoping sostenuto dopo la finale di Supercoppa a Brescia. A quasi due mesi dall’operazione il rientro in campo, la chiamata in Nazionale con tanto di fascia di capitano nel febbraio 2024 contro l’Ungheria e un ritorno alla normalità interrotto ora bruscamente da questa diagnosi.

La leucemia mieloide acuta (LMA) è un particolare tipo di tumore che interessa le cellule sanguigne. Si sviluppa nel midollo osseo, il tessuto spugnoso contenuto all’interno di alcune ossa, ma finisce per interessare il sangue, il sistema linfatico e altri organi. Il termine “acuta” si riferisce alla velocità di progressione di questa forma di leucemia, che tende a evolvere e peggiorare molto rapidamente. Nei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta non funziona correttamente il primo stadio del processo di formazione cellulare (nelle successive fasi le cellule maturano differenziandosi e dando origine ai globuli rossi, ai globuli bianchi o alle piastrine). La produzione, infatti, avviene in maniera incontrollata e porta al progressivo accumulo di cellule immature nell’organismo e alla contemporanea riduzione del numero di cellule sane.

In genere la leucemia mieloide acuta si manifesta sotto forma di stanchezza e facile affaticamento, malessere generale, dolori osteoarticolari, perdita di peso, sudorazione eccessiva, colorito pallido della pelle, dispnea, febbre e frequente rischio di infezioni. Inoltre la riduzione del numero di cellule sanguigne sane, e in particolare di piastrine, favorisce la comparsa di emorragie in diverse zone del corpo (perdita di sangue dal naso o dalle gengive, petecchie, o lividi sottocutanei).

«Si tratta di sintomi piuttosto generici e comuni a diverse altre malattie, ma che non vanno comunque sottovalutati. In presenza di una o più di queste manifestazioni è bene rivolgersi il prima possibile a un medico per capire di cosa si tratta. Come detto, infatti, la leucemia mieloide acuta ha un decorso molto rapido, e se non viene trattata per tempo o efficacemente può portare al decesso del paziente nel giro di poche settimane o mesi», si legge sul sito del Policlinico Sant’Orsola. Questi sintomi sono determinati dalla produzione di cellule sanguigne tumorali, che avviene in maniera incontrollata da parte del midollo osseo e che si accompagna di conseguenza a una riduzione del numero di cellule sane.

In presenza dei sintomi sopra elencati è bene recarsi al più presto dal medico di fiducia. Il medico, in ogni caso, può prescrivere l’esecuzione di un emocromo completo, esame che consente di valutare il numero e le caratteristiche dei globuli bianchi, dei globuli rossi e delle piastrine attraverso un semplice prelievo del sangue. Se i risultati sono positivi (ossia compatibili con la leucemia mieloide acuta) possono poi essere eseguiti ulteriori accertamenti, come l’analisi del sangue periferico e una biopsia del midollo osseo. I campioni di sangue e di tessuto midollare così prelevati vengono poi trattati in laboratorio in modo da determinare il sottotipo, le caratteristiche e lo stadio di sviluppo della patologia. In alcuni casi, infine, l’iter diagnostico viene completato con l’esecuzione di alcuni esami strumentali (ecografie, Tac, risonanze magnetiche) in modo da verificare le condizioni degli organi e l’insorgenza di eventuali complicazioni.

«La terapia varia in base alle condizioni di salute del paziente, alla sua età, al sottotipo di leucemia e alla gravità della situazione», si legge sul sito del Policlinico Sant’Orsola. Nella maggior parte dei casi il trattamento di prima scelta è rappresentato dalla chemioterapia, che viene somministrata per distruggere le cellule tumorali. Se la leucemia mieloide acuta è stata diagnosticata solo in fase avanzata, comunque, il trattamento farmacologico può non essere sufficiente. In questi casi è necessario ricorrere alla radioterapia e al successivo trapianto di midollo o di cellule staminali.

Primo piano
La tragedia

Incendio di Montecatini, dopo il padre muore anche il figlio: chi sono le vittime

di Luca Signorini
Sani e Belli