Il Tirreno

Il femminicidio

Martina Carbonaro, l’autopsia: «Non è morta subito». Le domande senza risposta

Martina Carbonaro, l’autopsia: «Non è morta subito». Le domande senza risposta

Eseguito l’esame autoptico, adesso la salma sarà rilasciata ai familiari

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L'autopsia conferma che Martina Carbonaro sarebbe morta dopo una agonia. È quanto emerge dagli accertamenti che sono stati svolti oggi presso l'ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania. L'autopsia è stata eseguita dal perito nominato dalla Procura di Napoli Nord, la dottoressa Raffaella Salvarezza, che in sostanza confermano quanto formulato dopo il primo esame esterno della salma, effettuato sul luogo del ritrovamento. All'autopsia hanno preso parte anche i consulenti di parte: per la famiglia di Martina l'avvocato Sergio Pisani ha nominato i dottori Pietro Tarsitano e Omero Pinto.

L'avvocato Mario Mangazzo, legale di Alessio Tucci, il 18enne reo confesso del femminicidio, ha delegato il medico legale Antonio Palmieri. La 14enne di Afragola non sarebbe deceduta immediatamente ma al termine di un'agonia, contrassegnata dalla sofferenza.

I quesiti senza risposta

Rimangono aperti i quesiti sulla possibilità che forse sarebbe stato possibile intervenire chiamando i soccorsi e sul se sarebbe stato possibile salvare la ragazza arrivando in tempo. E un’altra domanda terribile sorge senza risposta: era ancora viva quando è stata abbandonata tra i rifiuti?

Le ferite principali

Sono state rilevate quattro ferite principali e sul collo sono state riscontrate delle lesioni: è quanto emerge dall'esame autoptico eseguito sul cadavere di Martina Carbonaro, 14enne uccisa dall'ex fidanzato. A dire l'ultima parola però saranno gli esiti degli esami che sono stati eseguiti oggi: sul cranio sono state rilevate quattro ferite principali, sia sulla parte frontale del cranio che nella parte posteriore. Rilevata anche una vasta frattura cranica con emorragia. Ora la salma sarà restituita ai familiari per le esequie. 

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