Giovanni Brusca è libero, azionò il telecomando della strage di Capaci
A fine maggio sono trascorsi i 4 anni di libertà vigilata impostigli dalla magistratura di sorveglianza
Roma Anche l’ultima misura cautelare, quella della libertà vigilata, non c’è più. Giovanni Brusca, il capomafia boss di San Giuseppe Jato che azionò il telecomando che innescò l’esplosione il 23 maggio del 1992 in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta a Capaci, è ufficialmente libero. A fine maggio sono infatti trascorsi i 4 anni di libertà vigilata stabilita dalla magistratura di sorveglianza nel 2021. Brusca, responsabile di decine di omicidi, dopo l’arresto e un primo falso pentimento, decise di collaborare con la giustizia. Tra i delitti di cui Brusca è responsabile c’è l’omicidio di Giuseppe Di Matteo, al quale ha partecipato anche Matteo Messina Denaro. Negli anni ha vissuto in un luogo segreto e ha avuto un figlio. In tutto ha scontato 25 anni di carcere. Continuerà a vivere lontano dalla Sicilia sotto falsa identità, sottoposto al programma di protezione.