Il Tirreno

Curiosità e rischi

Un enorme “buco” di 1 milione di chilometri si è aperto sul sole ed è rivolto verso la terra


	L'enorme buco che si è aperto sul solo (Foto: Nasa/Sdo/Aia)
L'enorme buco che si è aperto sul solo (Foto: Nasa/Sdo/Aia)

Gli esperti di meteo spaziale segnalano la possibilità di tempeste geomagnetiche leggere tra il 20 e il 22 maggio

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Un’enorme apertura si è formata sul Sole, visibile sulla sua superficie meridionale e grande oltre un milione di chilometri. Si tratta di un buco coronale di dimensioni eccezionali, tra i più estesi osservati negli ultimi anni, come mostrano le immagini del telescopio spaziale SDO (Solar Dynamics Observatory, ndr) della NASA.

Cosa sta succedendo

L’anomalia è rivolta direttamente verso la Terra, e per questo motivo gli esperti di meteo spaziale segnalano la possibilità di tempeste geomagnetiche leggere tra il 20 e il 22 maggio, accompagnate da potenziali aurore polari visibili anche a latitudini più basse del normale.

Un fenomeno imponente, ma non pericoloso

Nonostante l’aspetto imponente, gli effetti attesi sono contenuti. Il flusso di vento solare emesso da questi buchi è infatti relativamente lento e meno energetico rispetto a quello prodotto da fenomeni più intensi come le espulsioni di massa coronale (CME). Tuttavia, è possibile che si verifichino interferenze radio, piccoli disservizi satellitari e disturbi alle reti elettriche nelle zone vicine ai poli. Il buco coronale attualmente visibile è lo stesso che era apparso già nei mesi di marzo e aprile, ma si presenta ora con una forma diversa e dimensioni molto più grandi, estendendosi praticamente su tutto l'emisfero sud del Sole.

Il Sole: una stella in costante mutamento

Come spiegano gli scienziati della NASA, fenomeni come macchie solari e buchi coronali sono transitori e ciclici, riapparendo periodicamente a causa della rotazione differenziale del Sole. Mentre le zone equatoriali completano una rotazione in circa 24 giorni, quelle polari impiegano fino a 30 giorni, rendendo il moto del Sole molto più complesso rispetto a quello dei pianeti solidi.

Questa dinamica fa sì che strutture come i buchi coronali ritornino visibili a intervalli regolari, salvo non si dissolvano completamente.

Cosa sono i buchi coronali?

Dal punto di vista tecnico, i buchi coronali non sono veri e propri “buchi”, ma regioni della corona solare (l’atmosfera più esterna della stella) in cui il campo magnetico si apre verso l’esterno, permettendo al vento solare di fuoriuscire nello spazio. Queste aree risultano meno dense e più fredde rispetto all’ambiente circostante e appaiono più scure nelle osservazioni a raggi X o UV estremo. Il vento solare che ne fuoriesce è composto da plasma ionizzato e campi magnetici. Quando colpisce la magnetosfera terrestre, può generare aurore spettacolari e in alcuni casi tempeste geomagnetiche. Quelle legate ai buchi coronali, però, raramente superano il livello G2 (moderato) nella scala NOAA, che va da G1 (debole) a G5 (estrema).

Occhi puntati sul cielo… e sul Sole

Negli ultimi mesi, eventi simili hanno già dato spettacolo con aurore visibili anche a medie latitudini, anche se in Italia non sempre si è potuto assistere al fenomeno. Per i prossimi giorni, nonostante non siano previste forti perturbazioni, gli osservatori di meteo spaziale restano in allerta per monitorare eventuali evoluzioni del vento solare. Intanto, lo spettacolo cosmico continua, con un Sole che si avvicina al picco del suo ciclo di attività undicennale, previsto proprio tra il 2025 e il 2026.

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