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Decreto Pa approvato, aumenti fino a 300 euro per i dipendenti pubblici e più assunzioni: tutte le novità


	Aumenti fino a 300 euro per i dipendenti pubblici
Aumenti fino a 300 euro per i dipendenti pubblici

La legge, articolata in 49 punti, rivede le modalità di assunzione nella PA e apre la strada a nuove opportunità lavorative, anche se alcune misure contenute nel testo sono state criticate come piccoli favori a beneficio di singoli ministeri

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Con 99 voti favorevoli e 70 contrari, il Senato ha approvato in via definitiva il decreto sulla Pubblica Amministrazione, già passato alla Camera nelle scorse settimane. Il provvedimento, che ora è legge, introduce una serie di cambiamenti rilevanti, a partire dalla possibilità per Comuni e Regioni di aumentare le retribuzioni dei propri dipendenti, ma solo laddove i bilanci lo consentano.

Cosa dice la legge

La legge, articolata in 49 punti, rivede le modalità di assunzione nella PA e apre la strada a nuove opportunità lavorative, anche se alcune misure contenute nel testo sono state criticate come piccoli favori a beneficio di singoli ministeri. La misura più attesa riguarda proprio gli aumenti salariali: per i lavoratori degli enti locali, il bonus potrebbe arrivare fino a 300 euro lordi mensili. Tuttavia, lo Stato non ha previsto finanziamenti diretti per questa operazione: tutto dipenderà dalla solidità finanziaria delle singole amministrazioni.

Cos’è il “salario accessorio”

Nello specifico, cambia il sistema del "salario accessorio", quella parte di stipendio che si aggiunge alla paga base. Mentre ai ministeri andranno 183 milioni e alla presidenza del Consiglio 7 milioni, per gli enti locali viene abolito il tetto fisso agli accessori. D'ora in poi, gli aumenti potranno arrivare fino al 48% della spesa sostenuta nel 2023 per il personale non dirigente, con incrementi medi che potrebbero raggiungere circa 302 euro lordi su tredici mensilità. Ma ogni Comune o Regione dovrà comunque rispettare i vincoli di bilancio in vigore. L’obiettivo della riforma è quello di colmare il divario esistente tra gli stipendi dei lavoratori pubblici locali e quelli dei ministeriali.

Concorsi pubblici, nuove modalità e più assunzioni

Un’altra novità riguarda l’accesso alla Pubblica Amministrazione: i concorsi saranno centralizzati attraverso la piattaforma InPA, gestita dal Dipartimento della Funzione Pubblica. In questo modo si punta a velocizzare le procedure, ridurre i costi e garantire criteri uniformi su tutto il territorio nazionale. Le graduatorie degli enti locali avranno validità di tre anni e sarà possibile organizzare nuovi bandi anche laddove esistano già elenchi di idonei. Inoltre, sarà obbligatorio segnalare le graduatorie in modo che i candidati possano essere assunti anche da altre amministrazioni. Tra le nuove possibilità di impiego, spicca quella riservata ai diplomati degli ITS Academy, che potranno accedere a incarichi da funzionari a tempo determinato per tre anni, con le amministrazioni che potranno destinare fino al 10% dei nuovi ingressi a questi profili. Per ottenere un contratto a tempo indeterminato, sarà però necessario completare un percorso di laurea. Guardando ai singoli enti, il ministero della Giustizia è pronto ad assumere 3.000 nuove unità di personale, tra cui 2.600 funzionari e 400 assistenti. I lavoratori già impiegati a tempo determinato potranno essere stabilizzati dopo almeno un anno di servizio. Anche l’Agenzia per la Cybersicurezza incrementerà l’organico: potrà spendere 1 milione di euro quest’anno per nuove assunzioni, cifra destinata a salire a 4 milioni nel 2026 e a 5 milioni annui a partire dal 2027.

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