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Autonomia differenziata, via libera al referendum: la decisione della Corte Costituzionale


	Roberto Calderoli
Roberto Calderoli

Soddisfazione per la decisione è stata espressa dalla vicepresidente del comitato nazionale contro l’autonomia differenziata e segretaria confederale Uil, Ivana Veronese

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La Cassazione ha confermato la legittimità del referendum per l’abrogazione totale della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, nonostante le critiche e le opposizioni da parte del governo. La decisione arriva dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha evidenziato numerosi profili di illegittimità nella legge, ma ha comunque lasciato in piedi il fondamento del referendum, che ora potrà proseguire verso la sua eventuale realizzazione.

«Una battaglia per l’unità del Paese»

Soddisfazione per la decisione è stata espressa dalla vicepresidente del comitato nazionale contro l’autonomia differenziata e segretaria confederale Uil, Ivana Veronese, che ha definito la sentenza come una grande opportunità per i cittadini italiani di cancellare definitivamente una riforma che ha trovato forti critiche. Anche il senatore del PD, Marco Meloni, ha accolto positivamente il via libera, dichiarando che i cittadini saranno chiamati a respingere una riforma che, a suo dire, avrebbe «diviso irrimediabilmente il Paese». Il M5S ha dato un forte sostegno alla causa, con i rappresentanti delle commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato – tra cui Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza – che hanno sottolineato come la decisione della Cassazione rappresenti una nuova sconfitta per il governo e per la maggioranza che avevano spinto per l’approvazione della legge. La legge Calderoli, infatti, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, ha visto la demolizione di molti dei suoi principi fondamentali, ma resta in piedi la possibilità di un referendum per eliminarla totalmente.

«Un passo avanti nella lotta contro le disuguaglianze»

La legge sull’autonomia differenziata, secondo i suoi critici, rischia di alimentare le disuguaglianze tra i vari territori, indebolendo l’unità nazionale. In particolare, materie fondamentali come sanità, scuola e infrastrutture non dovrebbero essere trasferite alle regioni, ma dovrebbero rimanere nelle competenze centrali dello Stato. La Corte Costituzionale ha già ribadito che settori vitali come ambiente, energia, trasporti e commercio estero non possono essere delegati alle singole regioni, garantendo che queste restino prerogative dello Stato centrale. A tal proposito, il deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha dichiarato che il via libera della Cassazione è una «disfatta dell’autonomia differenziata leghista», e ha sottolineato che il referendum rappresenta una grande occasione per fermare una riforma che non serve all’Italia, ma solo a soddisfare gli interessi di parte.

Prospettive per il futuro

La battaglia non è ancora finita. La Corte Costituzionale dovrà ora valutare l’ammissibilità del quesito referendario, ma la speranza è che il referendum possa finalmente portare alla cancellazione della legge Calderoli. Secondo il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, se la Corte Costituzionale confermerà l’ammissibilità del referendum, gli italiani saranno chiamati a esprimersi non solo sull’autonomia differenziata, ma anche su altre importanti questioni come la riforma della legge sulla cittadinanza. In sintesi, la decisione della Cassazione apre una nuova fase nella lotta contro l’autonomia differenziata, dando la parola ai cittadini, che potranno finalmente esprimersi su una legge che, per molti, rappresenta una minaccia per l’unità e l’uguaglianza del Paese. Se confermato, il referendum potrebbe segnare un punto di svolta nella politica italiana, permettendo di superare una riforma che ha suscitato forti polemiche e divisioni.

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