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Carne coltivata, il divieto è legge: ora l’Ue ha tre mesi per esprimersi

Carne coltivata, il divieto è legge: ora l’Ue ha tre mesi per esprimersi

La premier: «Ricerca essenziale ma non per produrre cibi in laboratorio»

02 dicembre 2023
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Bruxelles Il divieto di produzione e commercializzazione della carne coltivata è legge ed è stato notificato alla Commissione europea. Il disegno di legge, che prima di essere approvato dal Parlamento, era stato già notificato a fine luglio e poi ritirato dal sistema di notifica Ue, è stato ora promulgato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, che aveva chiesto garanzie sul passaggio con Bruxelles. Ora l’Ue, e gli altri Stati membri hanno tre mesi di tempo per esprimere un parere e valutare se il disegno di legge è in linea con il diritto europeo.

In questo periodo di status quo il governo non può adottare la regolamentazione tecnica, mentre sia l’Esecutivo Ue che gli Stati membri possono esprimere un parere circostanziato, che farebbe allungare il periodo di valutazione di altri tre mesi. In sostanza, la Commissione o gli altri Stati potrebbero sollevare obiezioni sulla norma, rilevando ad esempio un danno alla libera circolazione delle merci e all’integrità del mercato unico per il divieto di vendere i prodotti di carne coltivata in Italia. In quel caso si apre un’interlocuzione con Roma e il governo dovrebbe fornire spiegazioni ed eventualmente correggere la norma.

Palazzo Chigi si è già detto disponibile ad accogliere i rilievi che potrebbero venire da Bruxelles e lo ha fatto in una lettera che ha accompagnato il testo trasmesso al Quirinale per la promulgazione. Un caso simile è quello della decisione un anno fa da parte dell’Irlanda di introdurre etichette sugli alcolici – vino compreso – per mettere in guardia i consumatori sui rischi del consumo di alcol. Allora presentarono pareri circostanziati nove paesi, Italia in testa, ma la Commissione decise di non avanzare alcuna osservazione e la norma fu applicata con il silenzio-assenso di Bruxelles. In questo caso, la carne coltivata è un settore che deve ancora svilupparsi in Europa e al momento nessuna azienda ha fatto richiesta di autorizzazione alla produzione. Entro il 4 marzo si saprà se qualcuno vorrà mettersi di trasverso o se i servizi giuridici chiederanno a Roma di ripensare il provvedimento.

Intanto, la premier Giorgia Meloni, dalla Cop28 di Dubai, parlando di sicurezza alimentare ha voluto sottolineare anche l’impegno per un’alimentazione sana. «Il ruolo della ricerca è essenziale in questo contesto – ha affermato – ma voglio dirlo con chiarezza, non per produrre alimenti in laboratorio, e magari andare verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali mentre gli alimenti sintetici sono rivolti ai poveri, con un impatto sulla salute che non possiamo neanche prevedere. Questo non è il mondo che voglio vedere io».

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