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Grosseto

Il piano e la stretta di mano

Il gioiello nel cuore della Maremma cambia passo: la Fattoria porterà la “firma” di Marchesi Antinori – Cosa prevede l’affare di famiglia

di Ivana Agostini

	Il gioiello nel cuore della Maremma
Il gioiello nel cuore della Maremma

Storia e futuro si intrecciano nella campagna di Orbetello: l’obiettivo è rilanciare ospitalità, tradizioni e prodotti d’eccellenza

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La Marchesi Antinori è entrata alla guida della Fattoria La Parrina di Orbetello. Non si tratta di un subentro in senso stretto bensì di «un affare di famiglia» visto il legame di parentela fra gli Antinori e la marchesa Francesca Spinola, anima de La Parrina.

Un nuovo percorso

La Fattoria La Parrina aveva bisogno di intraprendere un nuovo percorso e adesso lo farà affiancata da uno dei nomi più importanti nel panorama del vino italiano. Un’eccellenza italiana che ha varcato gli oceani. Due storie importanti che adesso si uniscono per continuare a dare lustro a una delle aziende più note e antiche della Maremma.

Le origini

È infatti una storia lunga quella della Fattoria La Parrina, nel cuore della Maremma della provincia di Grosseto, tra le colline di macchia mediterranea dove si caccia al cinghiale, campi fecondi, vigneti e ulivi. Tutto inizia nella prima metà del XIX secolo, quando il nobile banchiere Michele Giuntini acquisisce il primo nucleo dell’antica villa agricola toscana. Per gestirlo ricorre a contratti di mezzadria. La Parrina arriva a ospitare fino a 460 lavoratori.

La gestione Spinola

Un lungo percorso gestito, negli ultimi decenni, dalla marchesa Francesca Spinola. Un’azienda con 200 ettari di terra, con vigneti con vitigni come Sangiovese, Merlot, Ansonica, Vermentino. Accanto al vino 40 ettari coltivati a frutteto e poi la verdura, i campi seminati a grano e sorgo ma anche produzione di formaggi d’eccellenza, fino al sempre maggiore sviluppo dell’ospitalità, della ristorazione, dell’enoturismo e degli eventi culturali.

La storia degli Antinori

La famiglia Antinori si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni: da quando, nel 1385, Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri. In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la famiglia ha sempre gestito direttamente questa attività con scelte innovative e talvolta coraggiose ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio.

Le tenute

Dopo le prestigiose tenute in Toscana come Guado al Sasso a Bolgheri, La Braccesca a Montepulciano o La tenuta Montenisa a Firenze, la Marchesi Antinori, che già ha in provincia di Grosseto tenute come Le Mortelle a Castiglione della Pescaia e La Fattoria Aldobrandesca a Sorano, adesso lega il suo nome a un’altra azienda storica del territorio come appunto La Parrina.

Le parole di Cotarella

«In questo caso – spiega al Tirreno l’amministratore delegato di Marchesi Antinori, Renzo Cotarella – si tratta di affari di famiglia visto il legame fra la marchesa Spinola e la Marchesi Antinori. Non parliamo di un subentro vero e proprio e per noi è un vero piacere visto che si tratta di un’azienda “icona” nella realtà toscana. Ci è stato chiesto un aiuto e noi siamo ben felici di poterlo dare tanto che in loco è presente anche Niccolò Antinori, a dimostrazione del fatto che sia un affare di famiglia. Per noi si tratta anche di una sfida: La Parrina sarà una sorta di palestra per misuraci con qualcosa di diverso da quello a cui siamo abituati».

Oltre il vino

La Marchesi Antinori, in questo caso, non metterà al centro la produzione del vino che resta sempre una delle peculiarità della Fattoria ma si concentrerà su altri aspetti che caratterizzano La Parrina. «Punteremo sull’ospitalità sempre più richiesta, sul mantenimento e anche il miglioramento di uno spaccio interno con prodotti a “metro zero”. La Parrina – continua Cotarella – sarà quello che è, che è stata. Non saranno perse le tradizioni, i pilastri che l’hanno sempre caratterizzata. Ci adopereremo per fare in modo che La Parrina possa ritornare e continuare a essere centro di attenzione e di attrazione. Questa azienda ha poi una peculiarità: chi ci lavora ne è innamorato e questo è un grande valore aggiunto».

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