Saldi estivi 2025, a Grosseto salvati dai turisti: «Ma siamo vicini al collasso»
Riccardo Colasanti: «Punto di non ritorno, serve un piano di rilancio
GROSSETO. «I negozi del centro storico di Grosseto si sono difesi durante i saldi estivi solo grazie alla massiccia presenza di stranieri». Così assicura Riccardo Colasanti, presidente Assoterziario Confesercenti Grosseto, titolare di alcuni negozi di calzature nel cuore della città.
Secondo Colasanti i grossetani non hanno acquistato quanto sperato e «se i saldi sono rimasti stabili, in linea con quanto programmato, rispetto agli ultimi anni lo dobbiamo ai turisti, che da fine luglio hanno cominciato a frequentare e anche ad apprezzare la nostra città. All’estero il saldo non esiste e per questo incuriosisce le persone straniere che vengono a comprare nei nostri negozi. Devo comunque dire che le nostre attività si sono fatte trovare pronte per portare a casa almeno un risultato di parità. All’inizio degli sconti, il 5 luglio, abbiamo un po’ stentato in centro storico, ma da fine mese ci sono venuti in aiuto, come detto, i turisti, che ci hanno permesso di bilanciare le perdite. I saldi? Personalmente mi sono mantenuto dal 20 al 40 per cento con i pezzi di fine magazzino, ma molti esercizi commerciali sono arrivati al 50 per cento. In questi giorni – prosegue Colasanti – si continua a lavorare bene, grazie alle persone che arrivano a visitare la città. Sono anche tornati i grossetani, che chiedono ancora degli sconti, nonostante sia finito il periodo. Continuo a ripetere che i saldi iniziano troppo presto: dovrebbero svolgersi per un mese, dal 15 agosto al 15 settembre. Ci faremo portavoce per convincere il Governo e la Regione a rivedere la data d’inizio».
Riccardo Colasanti, dall’alto della sua esperienza di commerciante e di rappresentante della Confesercenti fa alcune considerazioni su quello che ha visto o vissuto sulla sua pelle in questa estate. «Per il centro storico, l’estate che sta per concludersi – dice – è stata senza infamia e senza lode. Il tessuto commerciale sta però morendo, le abitudini dei consumatori stanno cambiando; dopo il Covid la gente vive alla giornata e vuole godersi maggiormente la vita. Per questo fatichiamo anche a trovare personale che voglia lavorare il sabato e la domenica. Durante i saldi ci sono commercianti che hanno comprato meno e hanno rischiato meno, ma c’è anche chi ha scelto di proporre nuovi prodotti, che continua a investire, ma deve essere messo in piedi un piano dettagliato del commercio. Siamo arrivati a un punto di non ritorno, associazioni e amministrazione si devono mettere intorno a un tavolo per rilanciare la città e renderla più attrattiva».
Secondo Colasanti gli eventi di inizio stagione, «come la Grande Estate sono un bello spot, ma non danno continuità. Abbiamo bisogno di un’attrazione, come il museo del vino, a Montalcino, dobbiamo lavorare sul piano del colore, magari per evitare che tutti i locali di piazza del Sale abbiano un colore diverso l’uno dall’altro, come Arlecchino. Grosseto ha una grande potenziale, ma dobbiamo investire per diventare una citta turistica e per far sentire a casa i nostri ospiti».
Il presidente di Assoterziario Confesercenti affronta anche il tema dei locali rimasti sfitti. «Dove si libera un fondo viene sostituito da un “mangia e bevi”, che non risolve fino in fondo il problema dell’attrattività turistica, perché i locali aprono solo nel tardo pomeriggio, tra le 17,30 e le 18 e sono tutti chiusi quando i turisti arrivano ad esempio al mercato del giovedì, che d’estate diventa un’attrazione soprattutto per gli stranieri ospiti degli agriturismi, che vengono portati in città per fare un’esperienza. Dobbiamo dare delle opportunità ai turisti – prosegue Riccardo Colasanti – come il Museo delle Clarisse, ma anche eventi in ambito musicale, perché la musica è bella anche la mattina. Serve un piano del verde, coreografie. Via Galileo è un gioiellino perché è tenuto dai commercianti».
Colasanti chiede anche di utilizzare i fondi vuoti per dare più vita al centro. «Un tempo i professionisti acquistavano gli appartamenti, perché costavano meno degli uffici. L’auspicio è che una via come San Martino torni a ospitare i liberi professionisti. Ci faremo carico di parlare con gli ordini professionali per individuare dei fondi a basso costo per i loro giovani colleghi. È arrivato il momento di una rivitalizzazione dei fondi commerciali, ma anche di una regolamentazione delle aperture di questi mangia e bevi, dopo che con la liberalizzazione della Legge Bersani è diventata una giungla , in modo che il turista, come in tutte le città del mondo, possa avere la possibilità di rimanere in città, fare pranzo e magari rimanere per l’aperitivo e la cena».