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Follonica, l’Indiano non c’è più: addio al “nonno” dei bambini della Polveriera

di Silvano Polvani
Franco Gaggioli con alcune delle sue creazioni (foto Carlo Tardani)
Franco Gaggioli con alcune delle sue creazioni (foto Carlo Tardani)

Fu memoria storica della città del Golfo negli anni del boom: dalla torre azzurra alla nascita del Casone

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FOLLONICA. Franco Gaggioli, classe 1938, senzunese doc, nato sopra la bottega di alimentari del Maccherani allo svincolo fra via della Repubblica e via Vespucci, soprannominato “l’Indiano” per la sua fantasia, intuizione e la capacità di inventare, se ne andato in silenzio presso l’ospedale di Massa Marittima dove si trovava ricoverato.

Una vita da idraulico, dal 1962 abitava alla polveriera lungo la strada delle Collacchie, in una casa, di proprietà del Demanio, direttamente sul mare. Gaggioli era ospitale, amichevole una vera memoria viva degli anni che furono seminando ricordi e consigli, che ancora aveva bene impressi nel suo cuore: nomi e gesta dei tanti suoi amici che hanno fatto la storia di Senzuno.

Ne aveva tante di cose da raccontare: i suoi ricordi, con una punta di nostalgia, si perdevano e si dipanavano nella Follonica che fu, la Follonica del boom economico, che riuscì a riscattarsi dalla miseria della guerra, che accolse quanti si portavano a Follonica in cerca di fortuna, che ancora oggi non sa scegliere la sua vocazione di città rivolta al turismo o all’industria. Fu un testimone attento della Città del Golfo che attraeva e riempiva le piazze per la presenza di tanti eventi, fra cui il Cantagiro e dei volti noti al grande pubblico: Fellini, Gassman, Liz Taylor e Richard Burton solo i più famosi. La Follonica che raccontava era quella che aveva deciso di essere una città diversa, senza rinunciare alla sua identità di città di frontiera al confine con Piombino, questa è stata la sua condanna ma anche la sua salvezza, un paradosso che ha saputo vivere senza eccessi. Era stato un testimone degli anni del boom economico. Ricordava molto bene quando a Follonica nel 1962 si inaugurò la torre azzurra, il piccolo mondo e prese avvio lo stabilimento del Casone. Erano i tempi d’oro, tempi in cui l’orgoglio dei follonichesi si fece più forte nella competizione con Piombino. Ricordava molto bene i suoi anni giovanili nei momenti magici dei dance Gatto Grigio e del Gigliola, locali cult della Follonica degli anni Cinquanta e Sessanta.

Negli ultimi anni era diventato il nonno dei bambini che sono presenti lungo la spiaggia della Polveriera. Per loro “nonno Franco” aveva costruito di fronte casa sua un parco giochi realizzato con le sue mani, l’Indiano, con i legni che il mare gli consegnava durante le mareggiate invernali, quando le onde si innalzano di metri spinte dal vento di libeccio. Con loro trascorreva molte ore e per loro aveva inventato “l’albero delle piccole rinunce”: un tronco dove i bambini sollecitati dai genitori e incoraggiati da lui appendevano i loro ciucci con la promessa di non farne più uso. Un vero sacrificio ma anche la possibilità di averli sempre sott’occhio consolandosi con i giochi del parco.

Gaggioli non ha avuto rimpianti per una vita trascorsa fra gente solidale nello scenario unico del Golfo in compagnia del rumore del mare ora spaventoso o rassicurante, ma di sicuro romantico, del vento di libeccio dal profumo di sale e alle giornate invernali riscaldate dallo scirocco.

La comunità si è stretta nel cordoglio attorno alla sua famiglia: «Tutto il rione Senzuno si stringe attorno a Paola, Patrizia e i familiari. È un altro pezzo di storia del Carnevale di Follonica che se ne va, da parte nostra siamo orgogliosi che Franco sia stata la scintilla che ha contribuito a creare quello che abbiamo costruito nel tempo. Ti ricorderemo per sempre con i colori gialloverde», scrivono dal Rione. Salma al cimitero cittadino, funerali domani, 20 agosto, alle 15.

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