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Grandinata a Pomonte, vigneti distrutti a Scansano: danni enormi al Morellino di Scansano

di Elisabetta Giorgi

	I chicci di grandine e i grappoli d'uva, a destra vigneto dopo la furia del cielo
I chicci di grandine e i grappoli d'uva, a destra vigneto dopo la furia del cielo

Chicchi grandi come noci hanno colpito per mezz’ora le campagne: distrutti oltre 60 ettari di vigne. “È rimasto solo qualche grappolo, ho perso il lavoro di una vita”, racconta l’imprenditore Fabrizio Rossi

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POMONTE.  Dalla distruzione del fuoco alla furia del ghiaccio. Un’ampia zona di Maremma ne è uscita, a Ferragosto, devastata. Mentre il territorio di Roccalbegna andava in fiamme, a Pomonte nelle campagne di Scansano la grandine colpiva duro distruggendo decine di ettari di vigneti, con danni enormi alle aziende.

«La mia vigna è massacrata», lamenta un imprenditore di Cerreto piano. Il disastro è successo nel primo pomeriggio del 15 – conferma la sindaca Bice Ginesi – perlopiù nella zona del Pontoncino, vicino a Cerreto piano, in fondo al Salaiolo. Benedetto Grechi, presidente della Cantina cooperativa dei Vignaioli del Morellino di Scansano, fa una prima stima. «Solo considerando le nostre imprese associate – dice – parliamo di circa 60 ettari di vigne distrutti dalla grandine». Il tutto è durato circa 30-40 minuti. «Io non ero in zona quando è successo – continua Grechi – In serata (la sera del 15, ndr) ho parlato con un agronomo con il quale faremo un sopralluogo lunedì mattina (domattina, ndr) e valuteremo l’entità dei danni». Già nel 2017 c’era stata una grandinata importante, ma stavolta è stata molto più potente e dannosa.

I danni alla poggio Carlo: da un grande raccolto al disastro

Tra le più colpite l’azienda agricola Poggio Carlo, un’eccellenza del territorio. L’impresa (come le altre socie della Cooperativa) conferisce le uve alla cantina, che le trasforma e commercializza; gli utili sono divisi tra i soci. Il titolare dell’azienda Poggio Carlo – Fabrizio Rossi – racconta di essere stato in ferie al mare e poi di essere tornato il 15 agosto. «Ero a pranzo a Pomonte quando intorno alle 14 è iniziata la burrasca. Prima è scesa un po’ d’acqua, poi ha smesso e poi è venuta la grandine, che mi ha portato via tutto. Qui davanti al frantoio ho 15 ettari, è rimasto solo qualche grappolo, per il resto è tutto falcidiato. Stanotte non ci ho dormito». Il bilancio è drammatico, si parla nel suo caso di circa 30 ettari devastati dalla grandine tra vigneto e oliveto, danni distribuiti praticamente in due aziende, una delle quali confinante e a circa un chilometro di distanza dall’altra. Tra filari di viti e olivi vecchi e più giovani, è stata una devastazione. Il danno è stato soprattutto ai 20 ettari di Morellino ma sono danneggiati anche «tutti e 2 gli ettari di bianco. La grandine è scesa con una violenza incredibile, i chicchi erano grandi come noci, cadevano senza intermittenza». A un certo punto i terreni erano imbiancati. L’imprenditore ha assistito al tutto praticamente “in diretta” senza poter fare niente mentre il maltempo gli annientava il lavoro di una vita. In mattinata, ieri, è stato contattato dalla sindaca Bice Ginesi. I danni sono ancora da quantificare, tra quelli diretti e i mancati introiti. La vendemmia sarebbe iniziata a fine agosto e solo fino a una settimana fa prometteva un raccolto eccellente. Una beffa. 
 

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