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«Presa a pugni nell’auto dal vicino di casa»: l'aggressione choc a Grosseto. Cosa è successo e l’appello della donna

di Sara Venchiarutti

	L'ingresso del pronto soccorso e il referto che certifica il trauma cranico da aggressione
L'ingresso del pronto soccorso e il referto che certifica il trauma cranico da aggressione

Il racconto della 46enne: «Pensavo di morire, ho avuto tanta paura». Al pronto soccorso con trauma cranico da aggressione, «ho sei punti sull’occhio»

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GROSSETO. «Pensavo di morire, di non uscirne viva. Mi sono sentita spostare il cervello dalla potenza che ci ha messo in quei cazzotti». Ha ancora paura Giulia (il nome è di fantasia per tutelarla), 46 anni, dopo quanto successo mercoledì sera, verso le 20, in una strada vicino alle mura di Grosseto.

D’altronde il referto rilasciato dal pronto soccorso, dove è stata portata subito dopo per poi essere dimessa ieri mattina, parla chiaro: una prognosi di sette giorni per “trauma cranico facciale da aggressione”, sei punti appena sopra l’occhio, «dove sono stata presa a pugni dal mio vicino di casa, che deve avermi seguito», racconta la donna.

Lei abita in un paese dell’Amiata e sì, con l’uomo che abita a fianco non corrono buoni rapporti da diversi mesi: «Aggressioni verbali, insulti, ma mai s’era arrivati fino a questo punto», conferma Giulia, che quella sera aveva appena parcheggiato l’auto all’angolo della via.

«Mi ero fermata da neppure due minuti – spiega –, stavo per mandare un messaggio sul cellulare e per dare un morso alla pizza che avevo appena comprato quando vedo entrare dal finestrino che avevo lasciato abbassato due braccia». Poi il vicino, prosegue il racconto della donna, «mi ha presa per i capelli per tenermi ferma e ha cominciato a darmi i primi pugni al volto, sull’occhio, che per fortuna guarirà, ma ci vorrà un po’».

Lei ha provato a sottrarsi, «ho tentato di scappare andando dalla parte del passeggero, ma mi ha seguita, è andato anche lui dall’altra parte». Intanto «colava il sangue, una parte di capelli, nel punto in cui mi ha afferrato – dice Giulia – non ce l’ho più, è stata strappata via, c’erano ciocche di capelli ovunque in strada». Le trema ancora la voce, a ripensare a quei momenti: «Ho avuto davvero paura, e ne ho ancora», ammette dall’altro lato del telefono.

Nel frattempo da un edificio è uscito un uomo. «Quando ho iniziato a chiedere aiuto – prosegue la donna – una persona si è avvicinata. Allora il vicino ha preso la macchina ed è scappato via. Qualcuno lì presente ha chiamato un’ambulanza, c’era anche un ragazzo della polizia municipale in borghese. Anzi, se ci sono testimoni rispetto a quanto successo, l’appello è che si facciano avanti».

Giulia è andata ad abitare in quella casa sull’Amiata tre anni fa. «La diatriba con questo mio vicino – spiega la donna – è iniziata ad aprile dell’anno scorso: avevo tagliato la siepe confinante e una parte della siepe è caduta nel suo giardino. Da lì ha iniziato a vedermi con ostilità per qualsiasi cosa. Nel corso dell’ultimo anno mi ha aggredito con parolacce, mi ha lanciato sassi. Di fatto ho paura di incontrarlo: se vedo che lui sta uscendo in contemporanea con me, resto in casa e aspetto che se ne vada. La scorsa sera però deve avermi seguita». Sul posto, dice la donna, sono arrivati anche i carabinieri «e farò denuncia».

E ora «per questa vicenda – continua Giulia – sono barricata in casa. Non so come sia possibile una foga simile, mi sono sentita come una bambola di pezza. Sono ancora terrorizzata, sto cercando di convincermi a stare tranquilla, ma ho paura che entri in casa. Ho avuto paura di non farcela», conclude. Ma lo spavento che ha provato ancora non le lascia la voce.


 

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