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«Nessuna sevizia sulle rane»: Palio della Granocchia, il fascicolo è archiviato

di Pierluigi Sposato
Una passata edizione
Una passata edizione

Paganico, il gip non ha accolto i motivi di opposizione presentati da Lav

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PAGANICO. Nessun maltrattamento, nessuna crudeltà, nessuna barbarie sulle rane. Secondo il giudice delle indagini preliminari Giuseppe Coniglio non ci sono i presupposti per contestare un reato di questo genere, né altri, alla sindaca di Civitella Paganico, Alessandra Biondi, e al presidente dell’associazione Pro loco, Giulio Scheggi, finiti sotto inchiesta per l’ipotesi di spettacolo/manifestazione vietati con sevizie-strazio per gli animali, dopo la segnalazione della Lav a proposito del Palio della Granocchia; anzi, su due edizioni del Palio, quella del 2023 e quella del 2024. I due fascicoli sono stati riunificati, la Lav si era opposta alle archiviazioni chieste dalla Procura della repubblica, l’altro giorno si è tenuta l’udienza di discussione: il giudice ha sciolto la riserva e ha ritenuto di non poter accogliere l’opposizione, così come del resto sollecitato dai due difensori, gli avvocati Luciano Giorgi (per Biondi) e Carlo Valle (per Scheggi) .

No sofferenze

A insistere per la celebrazione di un processo era stata l’avvocata Raffaella Sili, che ha rappresentato la Lega antivivisezione da Roma. L’avvocata ha sottolineato a più riprese invece, oralmente e anche con una memoria scritta, la sussistenza del reato contestato, per le sofferenze che sarebbero state inferte alle bestioline, protagoniste loro malgrado della tradizionale manifestazione della prima domenica di settembre; ha stabilito anche un parallelo con le sofferenze che verrebbero imposte ai crostacei posti in vendita. Le difese hanno replicato tra l’altro evidenziando che la manifestazione prevede la presenza di un veterinario, sia prima, sia durante, sia dopo; che stabilire una qualsiasi sofferenza è competenza esclusivamente scientifica; che il Palio della Granocchia è stato recentemente inserito nel novero delle manifestazioni di interesse riconosciute dalla Regione Toscana.

Lo stress

Tesi che sono state accolte dal giudice, il quale ha tenuto a separare il concetto di sevizie previsto dal reato da quello di semplice “stress”: è a quest’ultimo che sembra da ricondursi la vicenda, perché non c’è prova che sugli animaletti che vengono impiegati nella corsa sui carretti (quattro i rioni in competizione) vengano praticate le sevizie contestate dall’articolo 544 quater. Anche perché le rane verdi oggetto di un’accurata ispezione anche medico-veterinaria nel corso dell’ultima edizione del Palio sarebbero state trattate in modo conforme alle cautele previste dalla legge, come recitano i verbali.

Ci saranno anche occasioni di stress, come è normale che ci siano in occasione di manifestazioni particolarmente affollate e rumorose; ma anche la pressione che le mani dei partecipanti alla competizione – e cioè i fantini – avrebbero esercitato sulle rane per riposizionarle sui carretti non è tale, secondo il giudice, da far ipotizzare il reato di sevizie. E a giudizio del dottor Coniglio non sono sufficienti per l’instaurazione di un processo penale per sevizie nemmeno le eventuali violazioni amministrative di cui si potrebbe essere resa responsabile la sindaca in occasione dell’edizione del 2023.

L’ordinanza

Di recente, ogni edizione del Palio della Granocchia viene accompagnata dalle dure prese di posizione delle associazioni animaliste, con esposti e denunce alla Procura. Tre anni fa, l’Asl Toscana sud est aveva negato il nulla osta all’utilizzo di animali vivi. Anche nel 2023 l’azienda sanitaria aveva dato parere negativo ma il Palio si era corso di nuovo con le rane vive, per decisione della sindaca Biondi, un’ordinanza urgente per motivi di ordine pubblico: la risposta di Asl era arrivata troppo a ridosso, la sindaca aveva spiegato che rischiava di essere vanificato un anno di lavoro. «L’ordinanza – aveva dichiarato all’epoca – nasce da un lavoro di ricerca di equilibrio con tutti gli enti coinvolti. Il Ministero e la Regione ci hanno riconosciuto che non c’è una legge che disciplina questa fattispecie, piuttosto nelle Marche si è autorizzato il “Torneo storico Palio della rana””. E si era detta convinta della propria scelta. Anche nell’estate dell’anno scorso era partito un esposto. La Procura aveva chiesto le archiviazioni per le due edizioni tra l’ottobre e il novembre dell’anno scorso: era contro queste decisioni che la Lav si era opposta.

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