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Esonda (di nuovo) il Cornia: persi 12 ettari per la semina. Lo sfogo dell’imprenditrice

di Sara Venchiarutti

	La situazione dopo l'esondazione
La situazione dopo l'esondazione

Il racconto dalla provincia di Grosseto, danni stimati per circa 200mila euro: «Così è frustrante, serve intervenire»

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MONTEROTONDO MARITTIMO. I campi erano appena stati preparati per la semina, la terra pronta ad accogliere i germogli da cui sarebbero poi nate le piante officinali. Il fiume Cornia però, con le piogge dei giorni scorsi, ha esondato e così Fiorella Lenzi, dell’azienda Serraiola Wine, si è ritrovata davanti i dodici ettari destinati a questa coltura specifica – dei 40 totali dell’azienda, destinati ai vigneti – ricoperti di acqua.

Il fiume uscito dagli argini in quel lembo di terra in località Serraiola, nel comune di Monterotondo Marittimo, si è portato via tutte le recinzioni e i cancelli e ora «stagna nei campi dove avremmo dovuto seminare. Erano stati appena preparati – sottolinea Lenzi – e adesso non potremo più fare i lavori necessari, visto che i terreni sono pieni di buche e acqua e sassi». Lì, in estrema sintesi, «per quest’anno non potremo più seminare nulla». Niente piante per questa stagione. «È come se ci avessero portato via dodici ettari. Per questo i danni che stimiamo – dice Lenzi – sono piuttosto alti. Di fatto non posso più seminare e i campi vanno rimessi a posto: contando anche il seminato perso e il danneggiamento – di nuovo – di cancelli e recinzioni si parla di decine di migliaia di euro di danni. A occhio, minimo 200mila euro. Questa però – sottolinea Lenzi – è soltanto una stima precoce. Dobbiamo ancora fare la conta più precisa».

Il problema è che non si tratta della prima esondazione con cui le aziende lì intorno devono fare i conti. «Negli ultimi anni la loro frequenza è aumentata», nota Lenzi, la cui famiglia ha lì l’azienda dal 1966. Dopo maggio, l’ultima è avvenuta a ottobre, appena pochi mesi fa. In pratica «questo fiume – commenta – esce di continuo». Anche a ottobre l’acqua si era portata via le officinalis. «Ora – dice Lenzi – i vigneti non sono stati lesionati, ma in autunno il fiume aveva portato via anche un centinaio di ulivi e mezzo ettaro di vigneto».

Il precedente

Già allora Lenzi si era rimboccata le maniche e, insieme alla sorella Pamela, «avevamo rimesso noi a posto i campi con delle ditte specializzate e, in vista di queste semine, avevamo riposizionato anche i cancelli e le recinzioni, spendendo ingenti somme», spiega. E adesso è tutto da rifare. «A distanza di pochi mesi si deve ricominciare. Siamo frustrati. Questi avvenimenti – sottolinea Lenzi – ci impediscono di fare il nostro lavoro, di dare cura alla nostra azienda. Noi ci mettiamo tutto l’amore e la passione per la natura e puntualmente questo fiume esce e fa danni. Chiediamo che gli enti preposti facciano qualcosa. È necessario però che l’intervento sia tempestivo; la situazione è difficile perché non possiamo fare i nostri lavori e, dopo i danni, nessuno ci aiuta a rimetterci in sesto, con conseguenze importanti a livello economico». Il nodo, per Lenzi, è che «questo fiume Cornia non viene dragato e il suo livello è più alto dei campi, quindi esonda facilmente. Anche negli anni passati qualche volta ha esondato, ma mai con questa continuità e se non si fanno i lavori di dragaggio, esonderà sempre. Chiediamo e aspettiamo un intervento e un aiuto dalla Regione, anche tramite il sindaco di Monterotondo Marittimo – conclude Lenzi – che è stato avvertito».

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