La Maremma ha vissuto il gennaio più caldo degli ultimi 10 anni, perché e cosa aspettarsi
I dati raccontano di un mese invernale che per temperature è stato più vicino ad aprile, con una minima mai scesa sotto zero
GROSSETO. Ce ne siamo accorti un po’ tutti, in quest’ultimo mese. Prendere dall’attaccapanni sciarpa e piumino per uscire era quasi un’abitudine più che una reale esigenza, soprattutto di giorno e con il cielo soleggiato senza nubi.
Ebbene sì: «Gennaio 2025 è il più caldo registrato negli ultimi 10 anni dalla stazione di Grosseto, con una temperatura minima mai scesa sotto lo zero (il valore più basso, cioè 0,7°, si è registrato il 15 gennaio) e una massima giornaliera che ha toccato i 17,5° (il 10 gennaio)», conferma Roberto Costantini, responsabile della sede grossetana del Lamma (Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale).
Un clima più primaverile, diciamocelo. Altro che inverno, nonostante il calendario – inascoltato – parli chiaro. «Ad eccezione di quattro giorni a gennaio (4 e 5 con 3,3°, 14 con 4,1° e 15 con 0,7°) – spiega Costantini – le temperature minime sono sempre state superiori a 5°, valori che fino a qualche anno fa erano tipici delle temperature massime di questo mese, così come la media mensile delle temperature minime (attestatasi a ben 7,2°) è un valore superiore a quello che climatologicamente caratterizzerebbe addirittura il mese di aprile».
Ma pure «le temperature massime giornaliere sono decisamente anomale per il periodo», sottolinea Costantini. «Ad eccezione di soli tre giorni (13, 14 e 15 gennaio) in cui si sono attestate tra gli 8 e i 10°, nel resto del mese la media delle temperature massime è stata di ben 14,5°, con punte di oltre 16 gradi in ben 10 giorni».
Salgono i gradi
Fatto sta che quello appena passato è stato un gennaio senza giornate sottozero. Una situazione simile si registrò nel 2018, 2020 e 2022.
Intanto il termometro segna valori in aumento, anno dopo anno. «Se nel trentennio 1981-2010 la temperatura minima media mensile per gennaio era di 2,4° – spiega Costantini –, nel trentennio successivo (1991-2020) questo valore era salito a 2,9°, per poi crescere nel decennio 2016-2025 al valore di 5°». In pratica in oltre 40 anni si parla di 2,5° gradi in più in media.
«Discorso analogo – aggiunge l’esperto – per le temperature massime, il cui valore medio mensile è passato da 12,4 ° (valore di riferimento del trentennio 1981-2010) a 13,5° nel decennio 2016-2025, toccando nel gennaio 2025 i 13,9°». E le precipitazioni? «A fronte di un numero di giorni piovosi abbastanza elevato, 15 su 31, la quantità di pioggia caduta è decisamente limitata, fermandosi a 31 millimetri, contro un valore di riferimento, calcolato sul trentennio 1991-2020 di 43 mm», fa sapere Costantini.
Perché
Il caldo di queste settimane, mutatis mutandis, ha ragioni simili a quelle di quest’estate. «La debolezza dell’anticiclone siberiano, che fino ad ora non ha fatto sentire i suoi effetti sul Mediterraneo, e la presenza di aree depressionarie nord atlantiche che hanno quasi sempre preso direzioni a noi non favorevoli, arrestandosi all’altezza della barriera alpina – spiega l’esperto – hanno favorito anche durante gennaio (come avevamo già sperimentato durante l’estate) la risalita dal sud del Mediterraneo di aria calda e molto umida, tramite la formazioni di venti di scirocco e libeccio, che hanno portato a queste anomalie termiche e all’elevato numero di giorni piovosi o semplicemente nuvolosi».
Previsioni
Intanto l’inizio di febbraio prosegue sulla “scia” del mese precedente. «Il trend delle anomalie termiche positive, con giornate che potrebbero per certi versi dirsi primaverili – sottolinea il responsabile del Lamma – sta caratterizzando anche questi primi giorni di febbraio; un cambio di rotta, temporaneo, dovrebbe verificarsi tra venerdì 7 e sabato 8, quando è in arrivo un fronte freddo di origine asiatica che porterà un abbassamento della temperatura, anche a valori leggermente inferiori a quelli tipici del periodo. Poi si avrà un leggero rialzo, che porterà a stabilizzare le temperature sui valori climatologicamente normali».
Per sabato 8 febbraio attese anche piogge: «L’intrusione di aria fredda da est, incontrando aria calda e con un tasso di umidità molto elevato, potrà dare origine a fenomeni precipitativi, ma la situazione – sottolinea Costantini – è molto dinamica e può evolverei giorno in giorno, se non di ora in ora, proprio per la presenza, a breve, di queste due differenti conformazioni».
Conseguenze
A soffrire di più di queste anomali termiche è il mondo agricolo. «In mancanza di freddo – conclude Costantini – molte piante generano solo gemme “a legno”, che daranno origine a nuovi rami non fruttiferi. Nel caso delle graminacee autunno vernine (come il grano), inoltre, la mancanza di freddo impedisce l’accestimento, con la conseguenza di piante con pochi steli fruttiferi e minori produzioni.