Grosseto, coppia arrestata per tentata rapina, furto e lesioni: due gli episodi contestati
Le prove raccolte hanno portato all’identificazione dei due soggetti, che sono stati inizialmente denunciati alla Procura e, successivamente, destinatari delle misure cautelari
GROSSETO. I carabinieri del nucleo operativo di Grosseto hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un uomo e una donna, rispettivamente di 33 e 25 anni, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Grosseto su richiesta della locale Procura. I due sono accusati di tentata rapina impropria, lesioni e furto, episodi che hanno destato grande preoccupazione nel capoluogo circa due settimane fa.
I fatti
Il primo episodio si è verificato all'interno di un negozio di casalinghi e articoli per animali. La donna, dopo aver nascosto diversi oggetti in un borsone nero, è stata scoperta da due dipendenti che l’hanno affrontata. Nonostante l’intervento, la donna ha reagito brandendo un taglierino e minacciando le addette di morte, riuscendo a fuggire senza la merce. All’esterno l’attendeva il complice, che fungeva da palo e le ha facilitato la fuga.
Poche ore dopo, i due hanno preso di mira un supermercato, utilizzando lo stesso schema. La donna ha nascosto alcolici e generi alimentari in un borsone, mostrando alle casse solo pochi oggetti di scarso valore. Nonostante i sistemi antitaccheggio siano scattati, la coppia è riuscita a scappare, ma non senza lasciare tracce: le telecamere di sorveglianza hanno ripreso chiaramente i loro movimenti.
Le indagini
Gli investigatori hanno lavorato su elementi chiave: le denunce dei commercianti, testimonianze dirette, riconoscimenti fotografici e le immagini delle videocamere di sicurezza. Le prove raccolte hanno portato all’identificazione dei due soggetti, che sono stati inizialmente denunciati alla Procura e, successivamente, destinatari delle misure cautelari.
Le misure cautelari
Il giudice, accogliendo le richieste del pubblico ministero, ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’uomo, senza fissa dimora e già detenuto per un altro reato, e gli arresti domiciliari per la donna. La gravità dei fatti, il breve intervallo tra gli episodi e il rischio di recidiva hanno motivato queste misure restrittive.