Il Tirreno

Grosseto

Il racconto

Grosseto, occupano la casa della mamma morta: «È la terza volta in poco tempo, mi hanno avvertito i vicini»

di Elisabetta Giorgi
La zona dello stadio dove il cittadino segnala le intrusioni (foto Bf)
La zona dello stadio dove il cittadino segnala le intrusioni (foto Bf)

Un dirigente aziendale ha trovato per la terza volta intrusi nelle camere

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GROSSETO. Ladri di case. Intrusi che entrano negli appartamenti vuoti per dormire, cenare, bivaccare. Succede negli alloggi chiusi, lasciati deserti anche solo qualche giorno, o rimasti disabitati perché il proprietario purtroppo è defunto.

È quanto successo a un grossetano, dirigente aziendale: l’appartamento di sua madre – morta da tempo – ha subìto di recente 3 occupazioni abusive, l’ultima appena pochi giorni fa. «Finalmente dopo la terza intrusione in casa di mia mamma il furbetto è stato beccato. Città sicura?», si chiede lui perplesso, mentre comunque ringrazia la polizia di Stato e il servizio di vigilanza privata Globo «per il rapido ed efficace intervento».

«Mia mamma – racconta il grossetano – abitava vicino allo stadio, nella zona della piscina comunale di via Veterani dello sport, ed è morta 3 anni fa. Abbiamo dato in affitto la sua casa per due anni, poi l’abbiamo di nuovo chiusa». La casa è vuota, spoglia anche dei mobili a parte il divano di una zia e poco altro. Siamo nella zona dello stadio. Da fuori, probabilmente, quelle finestre che non si aprivano più hanno suscitato gli appetiti dei malintenzionati. Che una prima volta il mese scorso sono entrati spaccando un vetro, «hanno pernottato e sono stati lì due giorni finché i vicini non ci hanno avvertiti che c’erano alcune persone dentro. Allora ho chiamato la vigilanza che li ha aspettati lì sotto; loro sono fuggiti. Quando i ladri (ma più che altro gli abusivi) hanno tentato di rientrare, abbiamo chiuso la finestra con il cartone, così che il nostro intervento di blindatura fosse ben visibile da fuori. Una sera sono entrati di nuovo…».

Più che ladri si tratta di “occupanti clandestini” visto che dentro c’è ben poco da rubare. «La storia si è ripetuta pochi giorni fa, anche se con un epilogo diverso. L’altra volta erano più persone e sono fuggite. Stavolta è entrata in casa una persona sola ed è stata trovata dentro da vigilanza privata e polizia stato». Purtroppo, prosegue il dirigente, «le case vuote sono sempre più spesso individuati come potenziali covi dove dormire e mangiare. La situazione è diventata preoccupante». Inutile ricordare i casi più clamorosi come il palazzone incompiuto di via Fogliano, sotto custodia giudiziaria, diventato il rifugio abituale dei clandestini che hanno resistito a decine di blitz delle forze dell’ordine. Ci sono anche casi più ordinari: case disabitate di campagna (Il Tirreno ne ha scritto giorni fa) intercettate come rifugio provvisorio di una notte. Come la casa in zona Pratini Alti, dove gli intrusi hanno rubato poche cose apparecchiando la tavola e cuocendosi la pasta.

Fame di cibo e di spazi. Questi “ladri di case” puntavano a usare gli ambienti domestici, più che a saccheggiarli. Tornando al caso dell’alloggio della signora scomparsa da 3 anni. «Purtroppo la zona dietro alla piscina comunale dove viveva mia madre – spiega il grossetano – è diventata pericolosa e uno dei problemi, forse il peggiore, è proprio quello delle intrusioni nelle nostre case, ormai sempre più frequenti».

Il grossetano (che ci ha chiesto di restare anonimo) ha subito intrusioni anche a casa sua. Abita nella zona di via Sauro. Il 17 aprile del 2022, nel giorno di Pasqua, il suo appartamento fu saccheggiato e devastato.

I ladri misero tutto a soqquadro, le sue stanze furono letteralmente sfasciate. Nel pianoforte i malviventi aprirono la ribalta e portarono via i contanti (circa 1.000 euro) che lui conservava per i casi di emergenza. Rubarono anche un orologio e qualche catena d’oro. La casa è stata poi messa in sicurezza.

Pochi giorni fa i malviventi sono tornati in azione. Stavolta non hanno rubato niente. «Hanno forzato una finestra e sono entrati di nuovo, ma una volta dentro hanno trovato le porte chiuse e se ne sono andati». Anche questo appartamento, pur essendo vissuto, non è abitato assiduamente e “loro” (gli intrusi) lo sapevano. Probabilmente, anche in questo caso, cercavano un tetto dove pernottare una notte o due. «Ormai a Grosseto una casa che sta chiusa anche solo 10 giorni può finire nel mirino».

 

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