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Grosseto, la Maremma saluta il suo Corrado: maestro di tiro con l'arco e caccia

di Pierluigi Sposato
Grosseto, la Maremma saluta il suo Corrado: maestro di tiro con l'arco e caccia

Anima di Federcaccia e cofondatore della Compagnia arcieri aveva insegnato a tirare a decine e decine di appassionati allievi

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GROSSETO. Nella sua lunga vita avrà scagliato decine di migliaia di frecce. E oltre a essere andato lui stesso a bersaglio, ha insegnato a decine e decine di allievi la tecnica, la concentrazione, la disciplina, il dominio delle emozioni; ha condiviso con tutti loro la gioia che si prova nel centrare un “dieci”, consolando e incoraggiando chi, magari alle prime armi, aveva mandato la freccia a piantarsi nel bianco, cioè zero punti.

Corrado Rualta è morto a 97 anni (era nato il 14 giugno 1927) e il tiro con l’arco – ma anche la Maremma tutta – ha perso uno dei suoi personaggi. Negli anni Sessanta era stato uno dei fondatori della Compagnia Maremmana Arcieri – con Anna Maria Bonari e Lucio Parigi – e da istruttore emerito ha continuato a seguire fino all’ultimo tutto ciò che riguarda il tiro con l’arco. Grazie ai suoi consigli e alla sua competenza, tanti giovani grossetani si sono appassionati e hanno raggiunto traguardi importanti. E non soltanto nello sport.

Da tempo conviveva con qualche acciacco, ai primi di questo mese era stato ricoverato in ospedale, ma nulla lasciava presagire questo esito; le complicazioni gli sono state purtroppo fatali. E Corrado è morto martedì. Dopo i funerali la salma è stata poi portata al cimitero di Istia d’Ombrone (qui Rualta aveva vissuto tanti anni in gioventù), dove riposerà provvisoriamente in attesa di tornare a Grosseto.

Premiato agli Oscar dello sport

Nel dicembre 2013, Corrado era salito sul palco del Teatro Moderno nella serata degli Oscar dello sport per ricevere il riconoscimento che il Comune di Grosseto gli aveva tributato proprio per la sua attività a favore di questa disciplina, che in quegli anni stava vivendo con la nazionale azzurra fasti olimpionici; lui aveva ricordato i tempi pioneristici, quando i pochi grossetani che si presentavano al campo portavano con sé un arco di legno e frecce fabbricate con materiali di ogni tipo.

La passione caccia

La caccia era la sua altra grande passione. Aveva lavorato per tutta la vita in Federcaccia. Nei primi anni Settanta con l’associazione aveva tra l’altro ideato e promosso, insieme a Orazio Balducci, i trofei cinofili su cinghiale, poi diventati un appuntamento irrinunciabile in Maremma, nati per mettere in evidenza le caratteristiche fondamentali di cui gli esemplari devono essere in possesso. «Amava la sua terra, amava tutta la Maremma – dice la figlia Paola – Amava fare tutte le cose che i veri maremmani vogliono fare in questo ambiente. E anche se tornava dalla caccia con il carniere vuoto, lui era felice di essere stato all’aperto, di aver visto e assaporato la sua terra». E per trenta anni era stato direttore del gioco all’Ippodromo del Casalone, quasi un lavoro per lui, un’altra attività svolta con passione e per la quale si era fatto conoscere e apprezzare.

La foto durante l'alluvione

Nel 2016, in occasione dei cinquanta anni dalla drammatica alluvione del 4 novembre, il nostro giornale aveva pubblicato una foto in cui era ritratto Corrado: camminava per una strada del centro, via San Martino, invasa ancora dal fango, tra le mani sacchi con patate, pane, latte, carne da brodo. «Nel condominio dove abitavo e abito ancora, vicino alle Quattro Strade, c’erano ancora cinquanta centimetri d’acqua a qualche giorno dall’alluvione e io, cacciatore, ero l’unico che aveva gli stivali da palude: ero andato a fare la spesa per tutti», aveva ricordato sulle nostre pagine.

«Con lui se ne va un pezzo della nostra storia», hanno scritto commossi il presidente e il direttivo a nome di tutta la Compagnia Maremmana, porgendo le proprie condoglianze alla famiglia: e il post sui social è stato commentato con affetto dagli ex allievi, che non hanno mai dimenticato le sue capacità, la sua pazienza, la sua determinazione. Tanti messaggi di affetto sono giunti anche all’altro figlio, Simone; Corrado ha raggiunto la moglie Giuliana, morta nel febbraio dell’anno scorso.



 

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