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È a Saturnia la migliore bistecca d’Italia: i segreti dei fratelli Aniello e la tecnica di cottura

di Matteo Scardigli

	Lo staff del ristorante I due Cippi
Lo staff del ristorante I due Cippi

Il famoso locale della Maremma si aggiudica il neonato riconoscimento di “Braciamiancora”

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MANCIANO. Una, due, Tre Fiamme; l’equivalente, per intendersi, di tre stelle Michelin. Ennesima tacca sulla già “consunta” cintura de I Due Cippi; che “apre” – sia detto senza eresia – anche alla carne di provenienza non animale.

Sesti nel mondo

Il locale nel cuore di Saturnia, che nella guida dei “World's 101 best steak restaurants” della società londinese Upper Cut Media House vanta il primo posto in Italia, terzo in Europa e sesto al mondo (l’anno scorso era un gradino più in basso), si aggiudica così il neonato riconoscimento di “Braciamiancora”, che pubblica “Steak House e Macellerie d’Italia”: la prima guida dedicata al mondo della carne, che si presenta come «un vademecum imperdibile per tutti quei buongustai innamorati della tradizione e allo stesso tempo sensibili alle lusinghe dell’American barbecue». Partner di Braciamiancora sono Gruppo Galli, Mancini Market, Peva Srl ed EcoTrade.

C’è differenza, infatti, tra steak restaurant e steak house; ma ogni riconoscimento porta clienti; e turisti: «Soprattutto internazionali, che si organizzano per veri e propri “tour della bistecca”», spiega Alessandro Aniello, che insieme al fratello Lorenzo – lo chef della fiamma – tiene alta la bandiera della “ciccia maremmana”, alfiere di una tradizione che risale al 1976; insieme a “La Locanda di Ansedonia” e “Antico Casale di Scansano”, che hanno conquistato una fiamma.

Il segreto

Anche all’estero, dato che a novembre I Due Cippi hanno cucinato per una settimana a Monaco di Baviera per un evento organizzato da un’agenzia vip e – soprattutto – per giugno prepara un evento internazionale top secret che potrà essere svelato solo a gennaio, prima di volare “come dessert” in ottobre a Buenos Aires.

«Il nostro segreto? La filiera dall’allevamento alla cucina, la conoscenza della materia prima e soprattutto la tecnica di cottura; perché con il grill “siamo bravi tutti”, ma la fiamma viva è tutta un’altra cosa», riassume ancora Aniello, che si sente di correre il rischio di scandalizzare i puristi della ciccia: «Noi siamo integralisti della carne, in senso buono. Ma capisco le ragioni di promotori e sostenitori della carne sintetica, che preferisco senz’altro a quella che proviene dagli allevamenti intensivi».

In somma, mentre I Due Cippi sono alle prese con l’organizzazione di un evento per celebrare le Tre Fiamme, per gustare la loro cucina non c’è da che andare in piazza Vittorio Veneto: «La nostra ciccia si mangia solo da noi», chiosa infine Aniello.

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