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Grosseto, pistola in pugno al bar per pochi euro. La titolare: «Ho paura, non lavoro più tranquilla»

Grosseto, pistola in pugno al bar per pochi euro. La titolare: «Ho paura, non lavoro più tranquilla»

Sotto choc la titolare dell’Hollywood cafè: il malvivente aveva il viso coperto

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GROSSETO. È l’alba quando un uomo vestito di nero e a volto coperto – con la pistola in pugno – entra in un bar del centro e rapina la titolare.

Il bottino è di pochi spiccioli, cui si aggiungono altri 30/40 euro di banconote rubate a un cliente che stava prendendo il caffè. «Ho paura, non lavoro più tranquilla», racconta sotto choc Antonella Giannì, titolare dell’Hollywood Cafè mentre cerca di proseguire la mattinata lavorativa: sono passate poche ore dalla rapina e lei si è rimboccata le maniche rimettendosi dietro al bancone. «Questo è il mio lavoro, che cos’altro dovrei fare?».

Il bar è in piazza della Libertà, di fronte alla rotonda che divide via Mascagni da via dei Barberi, via Brigate Partigiane e via Tito Speri. Ogni mattina Antonella apre il locale all’alba, proprio come sabato mattina. «Normalmente – racconta – entro alle 5 ma stavolta ho aperto leggermente prima, alle 4,50: mi ero svegliata un po’ in anticipo. Arrivata qua ho posato la borsa, sono venuta dietro al bancone e ho visto passare un uomo tutto vestito di nero, da capo a piedi. “Sai che cosa?” Mi sono detta. “Fammi accendere tutte le luci, anche l’insegna fuori”. A quell’ora era buio. Poco dopo è entrato un cliente che stava stava andando a caccia, mi ha chiesto un caffè e mi sono messa a farglielo. Proprio mentre lo stavo preparando ecco che entra quest’uomo». È uno sconosciuto tutto bardato di nero, pantaloni, maglione, «non si vedeva niente, aveva coperto anche il viso coperto e portava un cappellino».

La rapina pistola in pugno

Soprattutto aveva una pistola in pugno. «“Dammi i soldi”, mi ha detto”. Non mi ha puntato addosso la pistola ma l’ha tenuta in mano, sotto il bancone, bene in pugno, e poco prima entrando l’avevo vista bene. Si è fermato qui davanti al bancone e ha preteso che gli consegnassi tutti i soldi che avevo. Erano le 5, io a quell’ora non avevo niente, come peraltro non tengo niente neppure dopo visto che ogni poco svuoto la cassa e sposto i soldi al sicuro. “Non ho niente”, gli ho detto, “sono arrivata ora, che cosa dovrei avere? ” Lui insisteva, allora ho aperto il cassetto degli spiccioli, l’ho sfilato dalla cassa e gliel’ho dato in mano. Ci saranno stati pochissimi euro in monete da pochi centesimi o da 1 euro, niente di più; credo fossero 5 euro al massimo. Lui a quel punto si è rivolto al cacciatore che stava sorseggiando il caffè e ha chiesto i soldi anche a lui. “Non ho niente”, gli ha risposto anche lui, che poi ha aperto il borsello e ha tirato fuori 30/40 euro». Il rapinatore è scappato via con il cassetto contenente pochi spiccioli e con quelle poche banconote che aveva preso al cliente; «è schizzato dall’altro lato della strada, tenendo tutto in mano senza perdere nulla per strada», e impugnando sempre la pistola. «L’ho seguito con lo sguardo. Il mio cliente è uscito poco dopo, tornando alla macchina perché dentro aveva il fucile da caccia e temeva che il rapinatore gli spaccasse il vetro».

La barista subito dopo ha chiamato i carabinieri. Passato un po’ si è rimessa al lavoro, ma con un pessimo stato d’animo. «Ho paura – dice – non si vive più. Oggi capita qua, domani là. Poteva anche succedere a casa mia. Abbiamo un Esercito? A questo punto dico: mandatelo in giro a controllare, iniziate a spedire davvero gli uomini per strada a fare i controlli. Io ora sono ridotta ad aver paura nel mio posto di lavoro e ho timore ad aprire il mio bar presto la mattina. Se per stare più al sicuro mi troverò costretta ad aprire più tardi, perderò gran parte dei miei clienti».

Di recente, ricorda lei, «qua a poca distanza c’è stata un’altra rapina nella sala giochi di via Battisti, era sempre un uomo vestito di nero». Un brutto precedente si era verificato nel settembre 2019, quando lo stesso bar fu al centro di un parapiglia tra 4 persone di origine straniera, che erano entrate alticce nel locale infastidendo alcune studentesse e ferendo la titolare alla testa. L’episodio era avvenuto intorno alle 7,30 di mattina, poco prima dell’apertura delle scuole. I giovani avevano chiesto una bottiglia di vino di prima mattina disturbando alcuni clienti, era volata una sedia che «mi colpì».

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