Grosseto, condannato il rapinatore sul monopattino
A una 88enne e a un 76enne aveva strappato con la forza la catenina d’oro dal collo. È stato condannato a tre anni e tre mesi, in un caso aveva utilizzato una bici per la fuga
GROSSETO. In un caso si era allontanato in sella a una bici, nell’altro su un monopattino. Insomma, in entrambi i casi con un mezzo a ruote. Due episodi di scippo ai danni di due anziani, qualificati come rapina, che hanno messo nei guai con la giustizia un 39enne di nazionalità tunisina, messo ai domiciliari e adesso condannato con il rito abbreviato. Tre anni, tre mesi, venti giorni e 2mila euro di multa la pena per Ibrahim Talbi, assistito dall’avvocato Roberto Cerboni: è stato ritenuto colpevole degli episodi avvenuti il 25 maggio e l’8 giugno scorsi.
Non vi è dubbio che sia stato lui, secondo la giudice Cecilia Balsamo, perché è stato indiscutibilmente riconosciuto dalla visione delle immagini di videosorveglianza. Un riconoscimento avvenuto a qualche giorno di distanza dai colpi: il 21 giugno la polizia aveva notato che su un monopattino c’era una persona corrispondente all’uomo che era stato visto nelle immagini relative agli scippi commessi. Aveva tra l’altro le stesse scarpe indossate dal rapinatore in occasione dei reati commessi e indossava un paio di pantaloncini analoghi a quelli che si potevano vedere in uno dei colpi (color blu con un logo particolare). Anche la felpa di colore scuro annodata sul manubrio del monopattino era identica a quella immortalata dalle telecamere in entrambe le rapine. E ancora: sul profilo Facebook riconducibile all’imputato, questi viene ritratto con i medesimi capi di abbigliamento utilizzati nel corso delle rapine; e ha infine la disponibilità della bicicletta da passeggio con seggiolino scuro montato posteriormente utilizzata nella prima rapina. Era stato arrestato e messo ai domiciliari.
Quali i due fatti contestati? Il primo era avvenuto il 25 maggio. Una donna di 88 anni stava tornando dopo aver fatto la spesa in via Clodia e aveva spiegato di essere stata aggredita vicino al garage di casa sua da un uomo che era sopraggiunto alle spalle, le aveva stretto le braccia con forza e le aveva strappato via dal collo una catenina d’oro con un crocifisso in oro. Non aveva saputo dare una descrizione precisa dell’uomo ma aveva precisato che questi era fuggito in sella a una bici. E la polizia era andata ad acquisire le immagini delle telecamere della zona.
L’8 giugno l’episodio ai danni di un 76enne. Questi aveva raccontato che, davanti al portone di casa, un uomo gli aveva strappato la collana in oro, causandogli una ferita alla spalla destra (refertata – cinque i giorni di guarigione). Nemmeno questo anziano aveva saputo dare indicazioni sul rapinatore ma aveva precisato che era scappato su un monopattino. Una versione confermata dalla moglie, presente all’episodio. Anche in questo caso, la polizia aveva acquisito le immagini delle telecamere.
In quelle del primo episodio, gli agenti avevano acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza installato in corrispondenza dell’isola ecologica di via Giacosa, non lontano dall’abitazione della donna. Erano riusciti a ricostruire l’abbigliamento: scarpe Nike, pantaloni di una tuta grigia con banda nera, felpa di colore scuro con cappuccio calato sulla testa e altro ancora. La stessa persona immortalata in bici dalle telecamere del supermercato, che la riprendevano mentre seguiva la donna all’uscita del punto vendita. E avevano individuato anche il viso.
Le immagini del secondo episodio erano state ricavate dalle telecamere del centro, tra piazza De Maria, piazza del Sale e porta Vecchia: qui si vede una persona con una felpa scura annodata sul manubrio del monopattino. Il 76enne aveva denunciato di essere stato aggredito da un uomo con una felpa scura con cappuccio che scappava proprio su un monopattino. Aveva anche aggiunto di aver cercato di inseguirlo a piedi verso via De Barberi attraversando piazza Lulli, cioè lo stesso tragitto inquadrato dalle telecamere.
Non si è trattato di “semplici” furti: c’è stata violenza sulle persone («mi ha stretto con le braccia alle spalle, bloccandomi con forza» aveva detto l’88enne; «sono stato preso per il collo» aveva raccontato il 76enne).