Il Tirreno

Grosseto

Toscana salute
L’intervista al primario

Virus Toscana, torna la meningite. L’esperto: «Nessun allarmismo»

di Matteo Scardigli
A sinistra il pappatacio responsabile della diffusione del virus a destra Spartaco Sani, primario di malattie infettive dell’ospedale di Livorno
A sinistra il pappatacio responsabile della diffusione del virus a destra Spartaco Sani, primario di malattie infettive dell’ospedale di Livorno

Grosseto, dopo l’impennata Covid in città e la Dengue a Follonica, il caso nel sud della provincia. Lo specialista di malattie infettive: «Non c’è da preoccuparsi, piuttosto informarsi»

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GROSSETO. Il recente ricovero all’ospedale Misericordia di un giovane maremmano con tutti i sintomi di una meningite da virus Toscana (Toscana phlebovirus) riaccende i riflettori sull’infezione; inevitabilmente, dato che il ragazzo è residente nella zona sud della provincia (le particelle infettive furono isolate per la prima volta nel 1971 dalla virologa Paola Verani a Monte Argentario), e con un’eco di preoccupazione per il caso di virus Dengue che ha costretto il Comune di Follonica ad attivare una procedura di disinfestazione.

Prova a riportare la calma Spartaco Sani, primario di malattie infettive del presidio sanitario di Livorno, dove confluiscono tutti i casi provenienti dall’Isola d’Elba (“bacino” di virus Toscana per eccellenza, insieme alla Val di Cornia), rendendo – di fatto – gli Spedali Riuniti del capoluogo labronico un centro di riferimento per la malattia per buona parte del nord ovest della regione: qui i ricoveri negli ultimi tre mesi sono stati ben 15.

Dottore, c’è qualcosa di cui preoccuparsi?

«No. Il virus è presente in tutta Italia e anche fuori, prevalentemente nella zona costiera di tutta l’area mediterranea (Cipro, Francia, Spagna, Turchia...). E ogni anno, in estate, si è sempre visto. A Livorno abbiamo avuto anche 18 persone ricoverate nello stesso periodo».

Ma l’estate è finita

«Fa ancora caldo, ma poi ci sono sempre stati anche casi fuori stagione. Inoltre c’è il cambiamento climatico. E all’Elba ci sono più casi forse a causa della grande presenza di turisti».

Anche in Maremma?

«Può darsi».

Come si trasmette il virus?

«Il virus Toscana si diffonde attraverso i flebotomi (o pappataci), che si trovano soprattutto nelle case di campagna. Sono più difficili da debellare rispetto alla zanzara, motivo per cui ci sono delle procedure di disinfestazione abbastanza complesse».

Come si contagia il pappatacio?

«Come con la Dengue: l’insetto punge un soggetto che ha il virus nel sangue, il virus a sua volta si replica nel suo organismo e lui lo attacca ad altri con una nuova puntura».

A Follonica, di recente, c’è stato un caso di Dengue, e il Comune ha dovuto disinfestare

«Le modalità del contagio sono le stesse: la puntura dell’insetto. Ma, come ho detto, una cosa è il pappatacio che può trasmettere il virus Toscana e un’altra è la zanzara che può trasmettere la Dengue».

La malattia è contagiosa?

«No, il virus Toscana non si trasmette da uomo a uomo».

Come avviene la diagnosi?

«Nei rispettivi pronto soccorso viene fatta la diagnosi di meningite con puntura lombare al liquor limpido, quando arrivano da noi (al reparto di malattie infettive di Livorno) si fa il test sul liquor e sul sangue e si ha risposta sul tipo di infezione. La cosa importante è che le meningiti siano valutate in ambito specialistico, dunque al reparto di malattie infettive, anche perché di meningiti esistono molti tipi. E questa estate ne abbiamo avute numerose anche non da virus Toscana».

Covid, Dengue e ora il virus Toscana. C’è da preoccuparsi?

«Il virus Toscana non è il Covid, e i focolai di Dengue sono piuttosto rari. Con il virus Toscana, in particolare, non c’è da preoccuparsi ma piuttosto da conoscere e informarsi; e stare attenti, questo sì.


 

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