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Balneari maremmani all’attacco contro la ricognizione Bolkestein: «Faremo rispondere a un legale»

di Matteo Scardigli
Daniele Avvento, Presidente Sib Conf-commercio Grosseto
Daniele Avvento, Presidente Sib Conf-commercio Grosseto

I Comuni avviano le procedure propedeutiche alle aste, sos dei piccoli. Si invoca l’intervento Anci

26 maggio 2023
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GROSSETO.  Agenzia del Demanio, in avvio di stagione turistica, getta sabbia negli occhi di Comuni e imprenditori balneari della Maremma. E si alzano le barricate.

La direzione regionale Toscana e Umbria, ai sensi del Codice della navigazione, ha chiesto ai municipi di fare una ricognizione delle concessioni balneari per “attività di incameramento delle opere inamovibili”, destinate a tornare al patrimonio pubblico: tutto ciò che, in cemento o mattoni, è stato costruito negli anni da generazioni di imprenditori; in pratica.

Inevitabile, in questo contesto, pensare a un’“avvisaglia” della direttiva Bolkestein, con associazioni di categoria sulle barricate e imprenditori compatti agli Stati Generali convocati da Sib Confcommercio a Viareggio.


«Faremo rispondere a un legale», premette – lapidario – Daniele Avvento, presidente della confederazione provinciale; e spiega: «Agenzia del Demanio ci chiede documenti di cui dovrebbe essere già in possesso, per un incameramento che deve avvenire alla scadenza delle concessioni; e non quando sono in atto».

E qui sta il nodo. Molti Comuni, con procedure a evidenza pubblica, hanno rinnovato «per tempo» le concessioni al 2033. La direzione regionale Toscana e Umbria (unica in Italia, secondo le informazioni in possesso degli addetti ai lavori) si è mossa con “troppo anticipo”? Il Consiglio di Stato, infatti, ha “bocciato” il termine riportandolo al 31 dicembre 2023. A trovare la quadra – come promesso – è chiamato il governo: entro il 1° luglio.

Nell’incertezza generale, la giunta Vivarelli Colonna parla di «collaborazione tra Agenzia del Demanio e Comune costante e proficua da anni», mentre assicura di essere al lavoro per ottemperare alla richiesta di informazioni: «Non so dire se il carteggio possa riguardare aspetti che in futuro dovranno essere ulteriormente approfonditi, soprattutto in funzione dell'insistenza degli stabilimenti balneari sull'arenile. Argomenti, questi, che dovranno preliminarmente essere trattati e valutati a livello nazionale per poi mettere le amministrazioni comunali nelle condizioni di poter agire con coerenza di atti e comportamenti», mette le mani avanti il sindaco.

A Follonica, l’assessore Andrea Pecorini anticipa che «è in programma una riunione con gli uffici competenti», forse già oggi.

A Castiglione della Pescaia, il suo omologo (e vicesindaco) Federico Mazzarello si professa certo che «grazie all’evidenza pubblica, l’istituto dell’incameramento non si applica ai nostri concessionari».

A Orbetello, dove ieri si è svolto un incontro che l’assessore Ivan Poccia definisce «acceso; acceso ma costruttivo» con le associazioni di categoria, l’amministratore della giunta Casamenti si dice «pronto a difendere a spada tratta le nostre concessioni rilasciate con procedure di evidenza pubblica».

Fuori dai giochi Magliano in Toscana e Scarlino, dove stabilimenti balneari in senso stretto non ce ne sono, mentre il neosindaco di Monte Argentario Arturo Cerulli, appena rientrato in municipio (per il suo terzo mandato) dichiara di non aver ricevuto dai suoi uffici comunicazione in materia.

Più complessa, invece, la situazione dei “piccoli” Capalbio e Isola del Giglio, dove l’assessora Marzia Stefani e il sindaco Sergio Ortelli ammettono di non aver ancora avviato la procedura, auspicando entrambi un percorso guidato da Anci.

Tutti e due di fronte a ricognizioni dall’impegno soverchiante per le rispettive forze-lavoro di cui dispongono, tutti e due nell’impossibilità di avviare nuove gare entro l’anno.
 

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