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Grosseto, oltre seicento studenti dicono “no” al bullismo con musica e striscioni

di Nicole Terribile
Grosseto, oltre seicento studenti dicono “no” al bullismo con musica e striscioni

Il flash mob al parco Giotto organizzato da “BullOut”. Il freddo non ha scalfito la partecipazione delle scuole

08 febbraio 2023
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GROSSETO. Ballano a ritmo di musica, battono le mani, si rincorrono per cercare di far fronte al vento freddo che si è scatenato su di loro. Trasmettono felicità, allegria e un senso di spensieratezza gli oltre 600 bambini e bambine, ragazzi e ragazze che frequentano le scuole del capoluogo maremmano che ieri mattina si sono dati appuntamento al Parco Giotto per dire, tutti insieme, “no” al bullismo, in occasione della giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo. Ognuno di loro indossa una maglietta con un messaggio, una frase per dare forza agli altri e scoraggiare i bulli; alcuni l’hanno decorata personalmente, con disegni e scritte a mano. Altri, invece, hanno realizzato cartelloni e striscioni.

Un flash mob organizzato da BullOut, rete formata da 34 scuole della provincia che lavorano insieme per contrastare questi fenomeni, con capofila il Polo liceale Luciano Bianciardi. La rete ha portato alla realizzazione del progetto “La tua vita non è un hashtag: utilizziamo la rete in modo consapevole!”. Inoltre, Coeso Sds (Società della salute) è – in collaborazione con Asl e Regione – il punto di riferimento per la rete di soggetti che lavorano ogni giorno per fornire a genitori, insegnanti ed educatori gli strumenti per supportare chi è vittima di bullismo, o per chi lo mette in pratica. Per avere supporto e confronto su questi temi si può contattare la rete inviando un’email a b.bugelli@coesoareagr.it o chiamare il numero 335 166 4027.

Ieri, comunque, hanno partecipato all’iniziativa circa 700 persone, sommando ai giovani professori e autorità del territorio. Alcuni alunni e studenti si sono sistemati sul percorso ciclopedonale formando la scritta “No cyberbullismo”. Alle 11, poi, si sono radunati tutti in cerchio. Grandi e piccoli, tutti insieme, hanno alzato le mani al cielo e si sono lasciati andare in un grido di gioia, di festa, in quella fredda giornata dedicata alla lotta di una piaga sociale che sembra essere molto difficile da estirpare, da sconfiggere, ma alla quale iniziative e progetti di sensibilizzazione hanno sferrato un “duro colpo” negli ultimi anni.

Bullismo e cyberbullismo non sono spariti dalla circolazione, certo, ma sono tenuti sotto stretto controllo, sono sorvegliati speciali. Oggi, professori e genitori sono più preparati ad affrontare tematiche e problemi di questo tipo. I bambini sanno cosa significa essere un bullo sin da piccoli, piccolissimi. Molti di loro sembrano essere consapevoli già dalla più tenera età che la violenza – tanto fisica quanto psicologica – non è la soluzione e che se c’è un problema bisogna chiedere aiuto, farsi aiutare. Ogni classe che ha partecipato al flashmob ha dato il suo contributo: alcuni alunni hanno dato la loro definizione di bullismo e come questo può essere fronteggiato; altri hanno urlato il loro “grido di battaglia”, uno slogan realizzato da loro, altri hanno cantato una canzone (“Credo” di Giorgia) e altri ancora hanno realizzato un ballo sulle note di “Vietato morire” di Ermal Meta per lanciare un messaggio che fosse comprensibile a tutti, anche ai “cuccioli” delle scuole elementari nascosti dietro ai loro cappucci e berretti.

«Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai – recita la canzone di Ermal Meta –. E ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai. Figlio mio ricorda l’uomo che tu diventerai non sarà mai più grande dell’amore che dai. Ricorda di disobbedire. Perché è vietato morire». Ognuno, a modo suo, ha voluto dire no al bullismo.


 

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