Il Tirreno

Grosseto

L’annuncio

Don Franco e lo storico addio: «A 96 anni rinuncio all’incarico»

di Elisabetta Giorgi
Don Franco e lo storico addio: «A 96 anni rinuncio all’incarico»

Il sacerdote lascia il trentennale ruolo di Proposto «a energie più fresche»

29 settembre 2022
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GROSSETO. Era stato operato all’anca ed è in attesa di un altro intervento, ma nel complesso sta bene. «Solo un po’ vecchiotto e zoppo – racconta – Sono i primi segni del “disormeggio”, per cui ho offerto la mia rinuncia al servizio, che il vescovo ha accettato, in maniera tale che la cattedrale possa continuare il suo servizio di emblema della nostra città con la presenza di energie più fresche».

Don Franco Cencioni, a 96 anni compiuti, sacerdote di grande umanità, autorevolezza e carisma, rinuncia al servizio di Proposto del Capitolo, incarico che ricopriva da ben 30 anni con impegno e passione per la Diocesi di Grosseto. È uno storico “addio” il suo, ma la rinuncia (precisa) è soltanto all’incarico apicale che ricopriva (quello appunto di Proposto), dato che lui continuerà il suo impegno liturgico come prima, celebrando la messa in cattedrale e prestando servizio nell’ufficio Beni culturali della Diocesi, «salute permettendo». È la stessa Diocesi a comunicare il cambio; che peraltro non è l’unico.

Lunedì mattina il vescovo Giovanni ha riunito i canonici del Capitolo della Cattedrale di san Lorenzo per comunicare «alcune importanti decisioni prese per garantire una sempre più efficace e feconda opera di apostolato» e ha annunciato – oltre alla rinuncia di monsignor Cencioni al servizio di Proposto del Capitolo, incarico che ricopriva dal 1992 – anche la rinuncia al servizio di parroco da parte del canonico Piero Caretti. Al loro posto ecco il canonico Gian Paolo Marchetti come Proposto e amministratore parrocchiale del Duomo.

Nato a Montieri il 13 luglio 1926, ordinato a Porto Santo Stefano il 23 dicembre 1950, figura storica e amatissima della Diocesi, Don Franco Cencioni ha compiuto 96 anni due mesi fa, il 13 luglio. «Sono della classe della regina», ci dice al telefono. A gennaio dette una bella sveglia ai giovani – «Vaccinatevi contro il Covid» – mentre la sua immagine campeggiava sui manifesti cittadini, nella campagna del Comune per la profilassi contro il virus. Stesso messaggio ripeteva in diretta ai microfoni di Rai1 dal sagrato del duomo. E guarda caso, dopo pochi giorni, il numero di vaccini era impennato. Un impegno costante il suo, solo parzialmente stoppato (ma poi ripreso) quando don Franco ha avuto un intoppo all’anca. E ora? «Sto bene – spiega – solo un po’ affaticato e stanco. In qualche modo cerco di vivere bene, anche offrendo la mia rinuncia al servizio e all’onore della prima dignità capitolare, in modo che la cattedrale possa continuare il suo servizio di emblema della nostra città con la presenza di energie più fresche, e più capaci di portare avanti quella che è la missione di una chiesa cattedrale, una chiesa in cui il successore degli apostoli (il vescovo della nostra terra) continui il suo mandato di cammino cristiano, non solo per la città ma per l’intera Diocesi. Io sono contento che il vescovo abbia accolto questa mia rinuncia e mi abbia sollevato anche da una rappresentanza che ora le mie energie non mi permettono di offrire al massimo. Salute permettendo, resta peraltro la mia disponibilità di aiuto, sostegno e collaborazione a chi mi succede, insieme agli altri fratelli capitolari che condividono la responsabilità di mantenere la cattedrale una casa aperta alla nostra gente e luogo di incontro per crescere in un’auspicata fraternità e condivisione a 360 gradi, in questo momento critico che stiamo vivendo».

Da parte sua, il vescovo precisa che «si tratta di una scelta frutto di un percorso di mesi con cui da un lato ho voluto recuperare l’antica consuetudine, interrotta nel 1949, di riunire nella medesima figura il servizio di Proposto e quello di parroco; dall’altra è una scelta ad interim: effettueremo un percorso con don Gian Paolo – che resta anche parroco della parrocchia del Cottolengo e rettore del Seminario – con l’obiettivo primario di restituire nuova centralità a una gestione collegiale e maggiormente corresponsabile, da parte di tutti i canonici, della cattedrale, sia negli aspetti liturgici e pastorali che in quelli amministrativi. Ringrazio di cuore don Franco per il servizio che ha svolto in questi trent’anni; pare quasi superfluo sottolinearne lo zelo, la passione, l’entusiasmo con cui ha portato avanti e porta avanti il suo sacerdozio. Un esempio che sarà da stimolo a don Gian Paolo, sacerdote giovane ma ben strutturato, che in questi anni ha sempre dato prova di grande attaccamento alla Diocesi e di preziosa versatilità. La mia gratitudine va anche a don Piero Caretti, che cessa il suo servizio di parroco della cattedrale iniziato nella seconda metà degli anni’90, anche lui mostrando sempre un grande attaccamento verso la chiesa madre della Diocesi, per la quale si è speso con devozione e cura. Ora si apre una pagina nuova, che avrà bisogno dell’apporto di tutti per fare sempre di più della cattedrale un luogo di respiro ampio sul versante liturgico, pastorale, culturale, catechetico». 


 

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