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Delitto di Cernaia, processo a ottobre: Guerra accusato di omicidio premeditato

Alfredo Faetti
Delitto di Cernaia, processo a ottobre: Guerra accusato di omicidio premeditato

Il 47enne grossetano è ritenuto responsabile di aver sparato e ucciso con un fucile lo spacciatore di 22 anni

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GROSSETO. Inizierà alla fine di ottobre il processo nei confronti di Filippo Guerra, il grossetano di 47 anni accusato di aver ucciso con un colpo di fucile alla testa Dakir Abdelilah, spacciatore di 22 anni, un anno fa a Cernaia.

Un delitto legato al mondo dello spaccio che si celava in quelle campagne e che ha portato alla luce anche altre dinamiche, per cui sono indagate altre quattro persone per vari reati, che seguiranno però procedimenti distinti ancora da aprire.

Intanto c’è il processo che prenderà il via a ottobre nell’aula delle Corte d’Assise del tribunale di Grosseto, così come disposto ieri mattina dal giudice Marco Mezzaluna al termine dell’udienza preliminare.

Guerra, difeso dall’avvocato Lorenzo Mascagni, attualmente detenuto nel carcere di Siena, dovrà rispondere di omicidio premeditato aggravato dallo scopo di rapina, ma anche di sottrazione di carta di credito e reati legati alle armi, in quanto ha portato il fucile in un luogo pubblico.

Secondo le indagini coordinate dal pubblico ministero Giampaolo Melchionna, il 47enne quel giorno sarebbe arrivato a Cernaia con l’intento di rapinare lo spacciatore delle dosi che avevano con sé: ecco perché è stata chiesta l’aggravante della premeditazione.

Stando a quanto ricostruito, i due in quel caldo pomeriggio si sarebbero ritrovati uno davanti all’altro. Accanto al corpo senza vita del ragazzo è stato trovato anche un panino con il kebab, portatogli forse da un cliente, ma che la vittima non è riuscito a mangiare. Il 22enne è stato ucciso con un colpo di fucile, sparato da una distanza di circa cinque metri.

Kadir e Guerra erano uno davanti all’altro quando il colpo è stato esploso: il ragazzo, stando ai risultati dell’autopsia, è morto sul colpo. Quando il quarantasettenne è stato interrogato dal giudice, ha raccontato di aver fatto fuoco mentre stava mostrando quel fucile al giovane spacciatore di origini nordafricane, perché era inciampato e perché stava cadendo. Una versione che però non è risultata credibile almeno per il sostituto procuratore Melchionna che ha contestato al quarantasettenne anche l’aggravante della premeditazione.

Guerra avrebbe sparato per rapinare il ragazzo di origini marocchine che spacciava nella zona di Cernaia, dove incontrava i suoi clienti in quella strada vicinale che si perde tra i campi. Dal marsupio del ragazzo infatti erano spariti i tre telefoni cellulari del giovane, la droga e i contanti che aveva con sé. Hashish e cocaina. Sostanze che vendeva ai suoi clienti, come Guerra ma anche come la donna che insieme al grossetano è accusata di reati di furto e indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento: secondo le indagini, i due avrebbero sottratto circa 5mila euro dal conto del compagno della donna.

Altro filone venuto fuori a seguito del delitto è quello che ha portato alla contestazione ai reati legati alle armi, per cui è indagato il padre di Guerra per l’omessa custodia del fucile che ha poi sparato (in quanto ne sarebbe stato proprietario sebbene l’arma fosse custodita dal figlio in casa propria) e per l’illecita detenzione di un altro fucile la cui proprietà, dopo l’acquisto, non era stata registrata.

Infine, il terzo filone è quello legato allo spaccio, per cui ci sono due indagati: due stranieri che insieme al 22enne avrebbero portato avanti un giro che da Cernaia arrivava fino a Grosseto città. Ma per questi altri quattro indagati verranno seguiti procedimenti separati. Intanto, a ottobre, partirà quello per omicidio, di cui deve rispondere il grossetano. —

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