Il Tirreno

Grosseto

Stop alle parole violente in Rete e nei dibattiti pubblici

Marcello Campomori Grosseto al centro
Stop alle parole violente in Rete e nei dibattiti pubblici

L’associazione Grosseto al centro rilancia a tutti gli attori pubblici l’invito ad aderire al Manifesto della comunicazione non ostile  

25 gennaio 2021
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la proposta

Il Manifesto della comunicazione non ostile è nato nel 2017 da un’idea di Rosy Russo, che è presidente dell’associazione Parole o_stili, insieme a 300 professionisti della comunicazione, del marketing, del giornalismo, uniti dalla volontà di rendere la rete un luogo meno violento. Tradotto in 30 lingue e declinato in sei ambiti – politica, pubblica amministrazione, sport, educazione, aziende e scienza – ha ricevuto due medaglie del Presidente della Repubblica e vinto diversi premi.

Risale a circa un anno fa l’appello del presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, ai sindaci degli 8mila comuni rappresentati, per firmare il Manifesto della comunicazione non ostile. Obiettivo: far proprio il decalogo che declina dieci principi e un progetto di sensibilizzazione contro la violenza delle parole. Grosseto al centro la scorsa estate ne ha proposto l’adesione innanzitutto ai suoi membri, a questa amministrazione comunale e a tutti gli attori pubblici che si incontrano in città, sui social media come in presenza.

Crediamo che sia un passo semplice ed efficace per avere un “alfabeto dei modi” che ci faccia sentire ancora più uniti. La forma, a volte, accenna a una sostanza e molto più a un metodo per caratterizzare la nostra presenza in ogni dibattito, ad intra e ad extra. Si partecipa più volentieri a un incontro quando sappiamo di tenere le relazioni sul piano indicato da questo decalogo. Ciò richiede una costante attenzione alla compagna e al compagno che parla, che si esprime, ma produce l’effetto che il tempo trascorso insieme assuma un significato, una ragione, un senso, qualunque sia l’esito.

Certo, stiamo parlando di uno stile comunicativo, non dei contenuti, che sono il cuore, la spinta originaria di un agire comune. Spesso però accade che le sfumature e le pesantezze comunicative incrinino anche le più ovvie delle idee condivise. Perciò riteniamo che questa adesione sia allo stesso tempo un regalo e una promessa che reciprocamente ci scambiamo per continuare al meglio il nostro impegno per le tante cause che aspettano la nostra azione civile e politica.

Ad oggi, nella pagina web che raccoglie le adesioni degli attori pubblici del nostro Paese, alla voce “Grosseto” appare ancora soltanto l’adesione di Grosseto al centro.

Le imminenti elezioni sono un’occasione per chi si affaccia al dibattito pubblico per la prima volta di conoscere quale stile comunicativo domina il confronto. Il desiderio di partecipare trae la sua spinta o dal bisogno o dal contagio di un nuovo modo di cercare le soluzioni. È affidata anche alla comunicazione la possibilità di accendere il fuoco dell’impegno politico in quel popolo silente che aspetta solo un segno vero per fare il primo passo. Di nuovo: chi ci sta? —

Marcello Campomori

Grosseto al centro



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