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Una vita per i diritti civili Addio a Carla Simeoni

Sara Landi
Una vita per i diritti civili Addio a Carla Simeoni

Madre dell’artista Lapo Simeoni, aveva gestito per anni il bar Samarcanda Lunga la sua militanza con i radicali, aveva conosciuto Moravia, Fellini e Warhol

12 luglio 2019
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Una vita intensa che è anche uno spaccato di storia del Paese, tra drammi, lotte sociali e conquiste. Si è spenta all’ospedale di Grosseto Carla Simeoni, molto conosciuta a Murci dove abitava e madre del noto artista di fama internazionale Lapo Simeoni.

Carla era nata a Roma il 4 maggio 1943 e già nel 1944 visse con la famiglia l’esperienza della vita in rifugio in un bunker durante i bombardamenti americani. Negli anni Sessanta la giovane Carla si divide tra le residenze di famiglia di Roma e Fregene e frequenta i luoghi della movida romana come il Piper e via Veneto dove conosce personaggi del mondo dell’arte e della cultura come Moravia, Fellini e Warhol.

Ma la sua è anche una vita di sincera militanza politica accanto ai radicali. Nel 1967 si sposa in Campidoglio con Luca Bracci, membro del Partito Radicale e del gruppo Provos di Roma; tra i testimoni c’è Marco Pannella. Sono gli anni nei quali in Italia si lotta per il divorzio e per il diritto all’obiezione di coscienza.

Dal matrimonio nascono Carolina nel 1968 (scomparsa prematuramente) e Serena nel 1971. Nel 1969 il primo viaggio in India via terra alla guida della sua Volkswagen. Nel 1970 assiste al processo ad Angelo Quattrocchi, noto scrittore, giornalista, editore e attivista. I due si frequentano e dal loro amore nasce nel 1979 Lapo.

In quel periodo Carla si era già trasferita in Maremma e viveva all’Elmo di Sorano vicino alla comune del Pantagnone.

Il trasferimento in Toscana non recide i suoi legami con la Capitale dove continua a occuparsi di politica e di sociale facendo parte attivamente della Casa Internazionale delle Donne mentre nel 1982 fa il suo secondo lungo viaggio via terra in India.

Carla Simeoni si impegnò anche contro il nucleare: fu promotrice della denuclearizzazione del comune di Scansano e attiva anche a Montalto di Castro dove fu una delle organizzatrici della storica manifestazione-presidio del 10 ottobre 1986 contro la centrale. Poi il trasferimento a Murci dove ha gestito dal 1989 al 2003 il bar Samarcanda e dove organizzava eventi culturali, di musica e teatro invitando i suoi amici artisti come Otto e Barnelli e la Bandabardò. Dal 2000 inizia poi a frequentare il gruppo Tante Quante di Scansano.

Il 6 luglio la scomparsa avvenuta all’ospedale di Grosseto al termine di un ricovero di tre mesi. La famiglia ringrazia tutto lo staff medico e infermieristico della terapia intensiva e subintensiva con un grazie speciale ai dottori Costarelli, Ricciardi e Genovese per quanto hanno fatto per Carla. Domani alle 9,30 è prevista un’ultima cerimonia di saluto al cimitero di Maccarese (Roma) dove si trova la cappella di famiglia.

«Mamma è stata sempre la mia prima e più grande sostenitrice – dice Lapo Simeoni – Ringrazio coloro che sono vicini a me e a mia sorella. Mi piace ricordare mamma con le parole di una sua grande amica, Paola Agarossi, secondo la quale ci ha lasciato una maestra, una sorella, un’amica, un rifugio, un conforto sicuro, una compagna d’avventura».

All’amico Lapo e alla famiglia le condoglianze della redazione del Tirreno. —

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