Alla Fiorentina servono almeno altri 30 punti per salvarsi: al Viola Park piovono petardi
Solo Crotone e Verona sono riuscite a salvarsi in una situazione simile. Paolo Vanoli resta sulla graticola: tante ipotesi ma al momento nessuna soluzione per superare la crisi
FIRENZE. De Gea, Dodô, Comuzzo, Ranieri, Gosens, Adli, Cataldi, Ikoné, Beltrán, Sottil, Kouame. Con questa formazione l’8 dicembre del 2024 la Fiorentina di Raffaele Palladino superava il Cagliari nel quindicesimo turno di campionato guadagnando il secondo posto alle spalle dell’Atalanta, seppur soltanto in virtù dello scontro diretto del 15 settembre, per effetto della contemporanea sconfitta casalinga del Napoli contro la Lazio: era quella una Fiorentina solida e divertente, una squadra bella come non si vedeva da tempo e che avrebbe terminato la stagione al sesto posto e a un passo dalla terza finale consecutiva in una competizione continentale. Dieci vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta.
Un anno dopo la Fiorentina è ultima e senza neanche un successo all’attivo: sei i punti racimolati in quindici giornate, troppo poco per poter sperare di ambire a qualcosa di più di una salvezza distante otto lunghezze e che in questo momento anima pericolosamente i pensieri di migliaia di tifosi viola.
Dopo l’ennesimo pomeriggio da incubo di De Gea e compagni in quel di Reggio Emilia era lecito aspettarsi qualcosa in più, una reazione d’orgoglio, una prova di carattere, magari una vittoria: niente da fare, perché la doppietta di Orban, oltre che a eleggere la Fiorentina come la squadra che ha subìto più gol nei minuti di recupero in questa edizione della Serie A, non ha fatto altro che confermare tutte le più tenebrose teorie sulla reale possibilità di salutare la massima serie dopo ventidue anni. Un dato che restituisce un quadro decisamente preoccupante e nel quale tutti gli interpreti sono legittimi destinatari delle critiche da parte della tifoseria: società, staff tecnico e giocatori.
Surreale la situazione che si sta delineando all’indomani del ko del Franchi: società in silenzio stampa, squadra in ritiro al Viola Park a tempo indeterminato e il presidente Rocco Commisso collegato dagli Stati Uniti per valutare in dettaglio le prossime mosse. Al vaglio anche la posizione di Paolo Vanoli, due punti in cinque partite e ancora tanti, troppi interrogativi: tra le possibili variazioni di tema anche il ritorno di Stefano Pioli, tuttora legato alla Fiorentina con un contratto valido fino al giugno del 2028 e per il quale la stessa dirigenza viola ha già provato a forzare la mano per arrivare alla rescissione consensuale. Un’altra possibile soluzione risponde al nome di Giuseppe Iachini, già sulla panchina gigliata tra il 2019 e il 2021; in ballo anche la nomina di una nuova figura dirigenziale all’interno della società, un elemento in grado di fornire quella spinta che finora nessun altro è riuscito ad assicurare.
Insomma, tante ipotesi più che soluzioni. Stando alla media degli ultimi campionati, alla Fiorentina servirebbero almeno altri trenta punti per centrare l’obiettivo minimo, un bottino apparentemente alla portata della rosa a disposizione del tecnico varesino ma che cozza sistematicamente con un’altra statistica da incubo: dal 2004/2005 a oggi soltanto due squadre sono riuscite a salvarsi con sei punti o meno dopo quindici giornate, il Crotone nel 2016/2017 e l’Hellas Verona nel 2022/2023.
Intanto domenica sera e lunedì sera intorno al Viola Park di Bagno a Ripoli, dove la squadra è in ritiro dopo il ko col Verona, sono stati lanciati grossi petardi che però non hanno provocato feriti. Sugli episodi stanno indagando i carabinieri.
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