Protesta a Firenze contro il resort di lusso all’ex ospedale San Gallo: «No alla città a 20mila euro al metro quadro»
Il comitato Salviamo Firenze in piazza contro le due torri del nuovo complesso da 20mila euro al metro quadro: «È una città per ricchi, non per chi ci vive»
FIRENZE. Davanti alle impalcature dell’ex ospedale militare di via San Gallo, un muro di cubi neri di cartone viene abbattuto a colpi di tamburo sulle note di Another Brick in the Wall. È la scenografia scelta dal comitato “Salviamo Firenze per viverci” per denunciare quella che definiscono “l’ennesima speculazione edilizia nel cuore della città”.
Dietro le reti del cantiere, dove sorgerà un resort extralusso di 16 mila metri quadrati, si muovono gru e operai: l’ex complesso militare, un tempo bene pubblico, diventerà un albergo e residenze per super ricchi. Prezzi? «Venti mila euro al metro quadro per gli appartamenti, diecimila euro a notte per le suite», denuncia Massimo Torelli, anima del comitato. «A noi la città a 20 mila euro al metro non piace. E alla giunta comunale?», domanda, guardando verso Palazzo Vecchio.
La proprietà oggi fa capo al gruppo Pontiac Land della famiglia Kwee, colosso immobiliare di Singapore, arrivato a Firenze nel 2024. «È una speculazione che supera quella del cubo nero sul lungarno, perché qui nasce un intero quartiere dell’iperlusso», insiste Torelli.
I manifestanti ricordano come solo due anni fa, nel 2022, il Comune avesse approvato una variante urbanistica che consentiva solo la costruzione di un edificio fino a 23 metri d’altezza, quando già si parlava di stop ai nuovi alberghi nel centro storico. Oggi, due palazzine alte come torri si stagliano sopra i tetti di via San Gallo, a pochi metri dalle abitazioni. «Stanno murando le case, oscurando la luce del quartiere – accusa Torelli – e ci dicono che è tutto regolare. Ma una città non è fatta di carte bollate: è fatta di chi ci vive».
A dare voce al malessere diffuso è anche Ilaria Agostini, urbanista e docente universitaria: «Questo è il frutto avvelenato del sistema Firenze. Da anni la pianificazione viene di fatto demandata ai privati, con varianti urbanistiche scritte su misura. È un cortocircuito istituzionale, per cui il piano regolatore approva varianti sostanzialmente scritte dai privati, e poi gli stessi redattori della variante vengono scelti dalla proprietà».
Il Comune, dal canto suo, continua a parlare di riqualificazione: l’assessora all’Urbanistica Caterina Biti ha ribadito giorni fa in Consiglio che «l’intervento rispetta tutte le norme e i pareri della Soprintendenza». Ma per i comitati quel termine, “riqualificazione”, è ormai diventato una parola vuota. «Chiamare riqualificazione un resort di lusso è offensivo per Firenze», replica Torelli.
L’apertura del nuovo complesso è prevista per il 2027, ma la battaglia è appena iniziata. Come già accaduto per il Teatro Comunale, dove il “cubo nero” è finito al centro di un’inchiesta della magistratura, il caso San Gallo si candida a diventare il simbolo di una città in vendita: bella, vetrina del mondo, ma sempre meno abitata.
E quando i cubi neri cadono uno dopo l’altro, nel rumore sordo che risuona tra i palazzi, resta l’immagine di una città che si interroga su sé stessa: quanto ancora di Firenze resterà per chi la vive, e non solo per chi la compra.
