Firenze, in centinaia di nuovo in piazza per la Flotilla. E si prepara il sit-in anti-Meloni al comizio
Nuovo presidio in Ss. Annunziata per la Palestina. I genitori del Machiavelli: «I nostri figli vanno elogiati»
FIRENZE. Firenze torna in piazza. In Santissima Annunziata, nel primo pomeriggio, si sono ritrovate oltre cinquecento persone – numeri in crescita – per il presidio convocato dopo l’abbordaggio in acque internazionali delle imbarcazioni della nuova Flotilla dirette a Gaza, una delle quali con bandiera italiana. Bandiere palestinesi, sigle dei sindacati di base, i tamburi del Collettivo di fabbrica ex Gkn. Cori secchi: “Palestina libera”, “Stop genocide”, “Fuori Israele dalle università”.
Dal palco, comitati e attivisti rilanciano l’appuntamento di venerdì 9 ottobre in piazza Indipendenza, a poche centinaia di metri dal comizio conclusivo del centrodestra con Meloni, Salvini e Tajani per le regionali del 12-13 ottobre. Capitolo atenei. Gli universitari di via Laura hanno annunciato una “passeggiata rumorosa” che è diventata presidio e poi occupazione della sede di Sant’Apollonio, in via Santa Reparata, dove si riuniva il Consiglio di dipartimento del Forlilpsi. Striscioni e un messaggio chiaro: «Non vogliono discutere la nostra mozione per la rescissione degli accordi».
Intanto al liceo Machiavelli l’occupazione prosegue e arriva una presa di posizione inedita: la lettera di un gruppo di genitori a sostegno degli studenti. Il testo rovescia la narrazione allarmistica e definisce la protesta «un’occasione di confronto e crescita per i nostri figli e per le nostre figlie, da valorizzare e da sostenere». La mobilitazione viene letta come «uno sfrontato gesto di disobbedienza civile che ci sbatte in faccia una voglia di partecipazione e di ribellione». E ancora: «Il desiderio degli studenti è sacrosanto e incontestabile. È quello di rispetto della legalità e dei diritti di tutti e di tutte», con il richiamo alla condizione «dei loro coetanei che in questo momento stanno soffrendo e morendo in Palestina». I genitori parlano di lotte non violente che meritano ascolto: «Dovremmo alzarci in piedi e plaudire alle grida che vengono dalle coscienze di questi giovani». E smentiscono le accuse di chiusura verso i docenti: «non è vero… che a seguito dell’occupazione sia stato impedito l’ingresso nel plesso scolastico al corpo insegnante. Hanno chiesto di essere presenti e di dare un prezioso contributo».