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Firenze, timbrava in ospedale e poi spariva: medico deve risarcire 200mila euro all’Asl

di Pietro Barghigiani
Firenze, timbrava in ospedale e poi spariva: medico deve risarcire 200mila euro all’Asl

Usava i farmaci del Serristori per curare pazienti (al nero) a domicilio. Nel 2021 fu anche arrestato: patteggiò un anno e 10 mesi

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FIRENZE. Entrava all’ospedale Serristori di Figline Valdarno, timbrava e poi andava dai pazienti. Quelli a casa, non i ricoverati in corsia. Lo arrestarono in flagranza nel giugno 2021 i carabinieri del Nas avvertiti dalla dirigenza Asl, insospettiva per una serie di comportamenti anomali del medico circa le sue ricorrenti modifiche sull’orario di lavoro corretto sempre a posteriori. Il dottor Gino Calzeroni, 70 anni, di Reggello, dopo aver patteggiato un anno e 10 mesi (pena sospesa e pagamento di 60mila euro per accedere al rito alternativo) per truffa aggravata ai danni dello Stato e peculato, ora viene condannato dalla Corte dei conti a risarcire con 200mila euro l’Asl Toscana Centro. Il periodo in contestazione copre un arco temporale che va 2016 al 2021.

Pedinato e intercettato dai carabinieri, Calzeroni, all’epoca dell’arresto (fu messo ai domiciliari) distaccato in un ufficio amministrativo, in orario di lavoro seguiva i pazienti a domicilio dell’area fiorentina e aretina, grazie alla sua specializzazione nella terapia del dolore, utilizzando i farmaci presi all’interno dell’ospedale. Un assenteista cronico, secondo gli atti di Procura ordinaria e contabile, che intascava al nero i soldi dei malati senza girarli all’Asl nonostante fosse autorizzato all’attività intramoenia. Quando lo arrestarono, dopo una visita a domicilio in zona Peretola, nella borsa aveva farmaci sottratti al Serristori. I soldi servivano, tra l’altro, per la cura del giardino e della piscina.

L’assenteismo

Dirigente medico dell’Ospedale Serristori di Figline Valdarno, addetto a mansioni amministrative, Calzeroni dopo aver timbrato usciva dall’ufficio «per il soddisfacimento di esigenze di carattere personale, cioè determinati, tra gli altri, dalla necessità di recarsi presso le strutture dell’Ospedale Palagi e dell’Ospedale di Borgo San Lorenzo o ancora presso private abitazioni per svolgervi attività libero-professionale a domicilio illecita in quanto non prevista dal suo contatto di prestazioni in regime intramoenia».

Le intercettazioni

Quello che emerge dalle intercettazioni è la fotografia di un medico che si impegna nell’incasso di soldi extra stipendio per mantenere un tenore di vita elevato. I pedinamenti sono stati sufficienti per chiarire la cadenza illegale dei comportamenti del medico. Le intercettazioni, di breve durata per l’evidenza dei fatti, hanno fatto da cornice per spiegare “movente” e sistema di azione. Le conversazioni del medico con la moglie «restituiscono il desolante quadro di una sprezzante, odiosa funzionalizzazione della propria attività – connotata peraltro da una peculiare rilevanza sociale attenendo alla terapia del dolore – a propri interessi egoistici connotati, peraltro, da una superficialità che rende ancor più inaccettabile, ove possibile, la condotta».

Il “trillino” per i giardinieri

Era scientifica l’applicazione del metodo fuori dall’ospedale dove avrebbe dovuto lavorare. La Corte dei conti rileva «una attenta programmazione delle attività illecite sia con la finalità di garantirsi una maggiore impunità (gli orari delle visite, i pagamenti non tracciabili; la gestione diretta del paziente) sia con l’intento di massimizzazione del profitto, formulando previsioni di guadagno illecito (il trillino cioè tremila euro settimanali) per soddisfare futili esigenze quali i tre giardinieri o la manutenzione della piscina».

Malore della paziente

Un giorno, dopo la visita, una paziente si sentì male. Ma il medico se ne era già andato. Il dottore non si preoccupava, «nella frenesia, anche motoria, dell’attività antigiuridica per assicurarsi il trillino settimanale, della salute delle pazienti a cui praticava infiltrazioni a domicilio, lasciando rapidamente le abitazioni per recarsi nel luogo della visita seguente, così da accontentare la moglie che, altrimenti, lo avrebbe rimproverato (“porta pazienza se non riesco a fare tutte le visite programmate per oggi”, dice il medico alla moglie, nella conversazione telefonica intercettata del 15 giugno 2021). Ciò è dimostrato dalla sorte della paziente che ha subito un malore immediatamente dopo la terapia praticata dal Calzeroni, è stata soccorsa dal 118 e, poi, ricoverata all’Ospedale Careggi».l
 

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