Il Tirreno

Firenze

La storia dell’artigiano

Pellettiere sul lungarno derubato: «Ora pubblico i video dei ladri, è l’unico modo per difendersi»

di Elena Andreini
Zizza all'ingresso della bottega
Zizza all'ingresso della bottega

Ma la sua non è una denuncia come le altre, non è solo un grido di allarme sui problemi di sicurezza di una città affollata di turisti e borseggiatori

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FIRENZE. «Ci hanno derubato» Con questa laconica frase l’artigiano della Bottega del Giglio, Zizza, così vuole essere chiamato perché a Firenze è questo il nome con cui è conosciuto da tutti, inizia un video postato sui canali social. Un video in cui denuncia il furto di alcuni portafogli nel suo negozio di Lungarno degli Acciaiuoli a Firenze. Ma la sua non è una denuncia come le altre, non solo un grido di allarme sui problemi di sicurezza di una città affollata di turisti e borseggiatori. 

Il racconto

No, è uno strumento di difesa. Una forma di deterrente utilizzata contro i malviventi che hanno razziato il suo negozio che contro eventuali altri malintenzionati. Nel video, come annuncia lo stesso artigiano, si vedono i volti di chi ha rubato i prodotti della Bottega. Niente pixel, niente schermo. Riconoscibili a tutti, perché loro sappiano che sono stati individuati e riconosciuti e perché altri a cui venisse in mente di ripetere l’impresa, siano consapevoli di poter ricevere lo stesso trattamento. Non solo denunciati ai carabinieri ma sui social. «Si sono portati via 15 portafogli. A fine video – racconta Zizza sui – mostrerò il filmato senza censurare le facce dei ladri. Non ho intenzione di rispettare il diritto alla privacy dei criminali”. Video che, dice Zizza “è stato visto da più di mezzo milione di persone e a me questo basta”. Il furto è avvenuto nei giorni scorsi. Dopo il via vai di persone entrare in negozio per acquistare o curiosare, la ragazza che si trova in Bottega, una volta uscite le persone, si è accorta della mancanza sugli scaffali di alcuni articoli. Subito l’artigiano e la commessa verificano se questi oggetti sono stati venduti, ma non trovando riscontro controllano le telecamere di cui il negozio è dotato con tanto di cartello che indica “Area videosorvegliata” e scoprono il furto.

La denuncia viene presentata ai Carabinieri, ma intanto Zizza decide di rendere pubblico il volto di chi si è appropriato furtivamente dei suoi prodotti artigianali. «A che pro pubblicare il video pur sapendo di commettere un reato? - si chiede Zizza nel video - al fine di tutelarci perché anche se la denuncia è stata fatta, sappiamo bene che se anche venissero presi dopo un paio di ore sarebbero a giro». E aggiunge: «Sapendo che non c’era altro modo di rendere pan per focaccia mi è sembrato l’unico modo di avvertire il prossimo. Non sono volti nuovi. Sono persone già viste che commettono azioni del genere. Nella mia bottega non sono mai entrati, ma alcuni negozianti della Stazione li conoscono».

Un danno economico, ma soprattutto un “furto” di ore di lavoro. «Il danno economico per un piccola bottega artigiana come questa è sì importante – dice Zizza – circa 2mila euro, ma è più importante il tempo che ci è stato rubato che è quello del lavoro artigianale di questi oggetti». Nel video sono ben visibili i volti di chi si è approfittato «dell’innocenza e della fiducia» di chi era nella bottega in quel momento.

«È il primo furto in cui la quantità rubata è così importante ed è la prima volta in cui quando siamo andati a fare denuncia abbiamo avvertito un certo tono di resa nel vigile di turno – racconta Zizza – con questo video che ho reso pubblico mi aspetto di tutelare gli altri negozianti e quindi non sarà più così semplice per loro passare inosservati e a me questo basta e avanza». Dalla sua bottega di Lungarno Acciaiuoli, Zizza è una sorta di eccezione alla regola: è uno dei pochissimi artigiani fiorentini i cui prodotti, in particolare le cinture, sono richiesti dalla clientela locale oltre che dai turisti. «Su 500 negozi di pelletteria siamo in tre a produrre questi oggetti – precisa Zizza che ha raccolto l’eredità di un artigiano nel 2012 lavorando in una delle botteghe di San Lorenzo – Quello che all’inizio era un modo per guadagnare qualcosa poi è diventata una passione. Il mondo della pelletteria è bello e pochi lo stanno portando avanti come dovrebbero».

In questi anni non nasconde che Firenze è cambiata. «Si è svuotata di fiorentini – dice – è diventata una città vetrina e non è stato facile per noi artigiani riportare i fiorentini qui a fare acquisti. Nell’ultimo periodo, poi, ci sono stati più problemi legati alla sicurezza e forse per questo mi sono sentito in dovere di fare questo video. Il danno subito è non è solo quello economico, ma è anche quello del tempo che abbiamo impegnato per realizzare questi oggetti».

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