L’incidente
Firenze, palpeggiava gli studenti: giusta la sospensione del professore
Il Tribunale respinge il ricorso, confermati i quattro mesi di misura. Docente accusato di molestie e commenti sessuali all’Istituto Fermi
FIRENZE. Le accuse erano precise e dettagliate. La sanzione proporzionata a frasi e comportamenti addebitati a un docente che aveva scambiato un’aula scolastica in un ambiente in cui allungare le mani sui ragazzi e lasciarsi andare a commenti inappropriati sulla loro intimità sessuale.
È stato respinto dal Tribunale civile, sezione lavoro (giudice Anita Maria Brigida Davia), il ricorso dell’insegnante di sostegno di un istituto fiorentino contro la sospensione di 4 mesi per «atti non conformi alle responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione». Lui sosteneva che le accuse dei ragazzi fossero generiche e che ci fosse stata una sproporzione tra quello che gli veniva contestato e la sanzione ricevuta. Una tesi respinta alla radice dal Tribunale che, come già aveva scritto nella motivazione dello stop alla cattedra, ha fatto riferimento ai rapporti acquisiti dal dirigente scolastico sui fatti avvenuti nel maggio 2024. L’insegnante ha un contratto a termine fino al 31 agosto 2025 con l’ITI “Leonardo da Vinci” di Firenze, ma gli episodi risalgono a quando lo scorso anno scolastico era in organico all’IIS Fermi di Firenze, che si trova nello stesso edificio.
La contestazione risale al 13 giugno 2024 con l’avvio del procedimento disciplinare relativo a diverse condotte «a sfondo sessuale, in particolare nel mese di maggio 2024, ponendo in essere conversazioni aventi ad oggetto i comportamenti sessuali degli studenti e delle studentesse, nonché comportamenti integranti molestie (aver toccato gli studenti come meglio specificato nella relazione allegata alla contestazione con specifico riferimento a tre alunni». Nella relazione si legge del toccamento del fondoschiena dello studente «riferito nell’immediatezza dal ragazzo alla madre e al professore e confermato al dirigente scolastico». Ci sono poi le conversazioni improprie («ti sei mai concessa, con chi e quando») e se volesse concedersi all’amico avute con la studentessa e confermate al dirigente scolastico oltre che riferite alla madre. Infine, il comportamento ripetuto nel tempo nei confronti di numerosi studenti consistito nel porre in essere «domande personali, intime e di carattere sessuale» riferito da otto ragazzi al dirigente scolastico.
Il giudice ricorda che questi comportamenti «appaiono gravemente lesivi degli obblighi contrattualmente assunti in relazione alla correttezza nei rapporti con gli studenti e alla tutela della personalità morale degli stessi». Il docente di sostegno si è difeso sostenendo che la classe aveva una complessità generale tanto da richiedere l’intervento di uno psicologo. E sul punto il Tribunale sottolinea che «proprio la circostanza – dedotta dal ricorrente a giustificazione del suo operato- relativa al difficile contesto della classe avrebbe dovuto indurre il docente – secondo elementari regole di prudenza e diligenza- a valutare con attenzione gli ambiti dei suoi interventi, evitando comportamenti ( vedi il toccamento del fondoschiena) e domande ( sulle abitudini sessuali degli alunni) del tutto inappropriati rispetto al contesto scolastico e idonei a creare turbamento ed imbarazzo». Anche se avesse voluto fare il prof confidenziale che fa l’amicone con gli studenti «nessuna finalità educativa è idonea a giustificare invasioni – evidentemente non richieste né gradite- della sfera intima di ragazzi adolescenti». I 4 mesi di stop restano nel curriculum dell’insegnante con mani e parole fuori posto.l