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Firenze, lettere ai muri dell’ex Astor per Kata a due anni dalla scomparsa della piccola


	L'identikit di Kata diffuso dalla procura di Firenze
L'identikit di Kata diffuso dalla procura di Firenze

L’evento domani dell’associazione Penelope e la mamma della bambina

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FIRENZE. «Due anni senza Kata. Le parole che aspettano risposta»: è il titolo dell’iniziativa organizzata dall’associazione Penelope a Firenze per domani, 10 giugno, a due anni esatti dalla sparizione di Mia Kataleya Alvarez, la piccola Kata, scomparsa a 5 anni dall’ex hotel Astor dove viveva con la madre e il fratellino in un alloggio occupato. Un «evento commemorativo – si spiega dall’associazione – dal forte valore simbolico», che avverrà proprio davanti all’ex Astor, «per ribadire che nessuna bambina può essere dimenticata». L’iniziativa prevede l’affissione di lettere scritte dalla madre di Kata e dall’associazione Penelope sulla porta dell’ex hotel «come gesto di memoria pubblica e denuncia civile». Saranno inoltre installati 24 cuori con dediche per Kata, a «rappresentare i mesi trascorsi nella speranza e nell’attesa». Da quanto è scomparsa, scrive l’associazione in una nota, l’assenza di Kata è diventata una «ferita aperta per la famiglia, l’intera comunità e per tutti coloro che credono nel diritto alla verit». L’evento, conclude Penelope, «non vuole essere una cerimonia formale ma un gesto corale di vicinanza, memoria e richiesta di verità. Per Kata. Per la sua mamma. Per tutti i bambini scomparsi».

Ma di Kata ieri è tornato a parlare anche l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, nell’omelia pronunciata per la messa di Pentecoste in Duomo: «Un pensiero oggi va alla piccola Kata scomparsa due anni fa nella nostra città. Continuiamo instancabili a pregare per lei, perché possa tornare dalla sua famiglia, non perdiamo la speranza. Ci rivolgiamo a Dio Padre perché protegga lei e insieme a lei tutti i bambini che in questo momento soffrono per le guerre, la povertà, l’ingiustizia», ha detto oggi l’arcivescovo ricordando Mia Kataleya Chicllo Alvareza. Proprio nei giorni scorsi la procura di Firenze ha diffuso un identikit di come potrebbe essere oggi la bambina.
 

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