Referendum, a Firenze blitz di Casaggì: strappati i manifesti in città
Così la destra prova a fermare il quesito sulla cittadinanza. Marasco (Cgil): «Hanno paura e odiano la democrazia». Funaro: «Negano la realtà, non ci faremo intimorire»
FIRENZE. I manifesti pro referendum strappati e gettati a terra, e sostituiti con quelli firmati Casaggì e inneggianti a un nazionalismo identitario che sa molto di nostalgico, roba da fascio-friendly, insomma. Perché il messaggio lasciato dai cuori neri fiorentini in varie zone della città è tutto contro uno dei cinque quesiti, quello con cui i proponenti sperano di riconoscere ai ragazzi nati nel Paese la cittadinanza, indipendentemente dalle loro origini: «Italiani non per scelta, per destrino». Sì, come i fulgidi destini di mussoliniana memoria. Un gesto che oggi ha indignato le forze di centrosinistra e la Cgil, che del referendum è portabandiera e promotrice.
«C'è ancora chi, di fronte a battaglie per più diritti, più giustizia sociale, una società più inclusiva, risponde con l'intolleranza», tuona il Pd toscano guidato da Emiliano Fossi in un post su Instagram commentando il blitz contri i manifesti della Cgil a sostegno dei cinque “Sì” al referendum dell'8 e 9 giugno. «Chi ha compiuto questo gesto - sostiene il Pd - nega una realtà evidente: in Italia vivono milioni di persone che studiano, lavorano, crescono con noi, che sono parte della nostra comunità anche se ancora non possono dimostrarlo con un documento. Ridurre da 10 a 5 gli anni necessari per richiedere la cittadinanza italiana non è un privilegio: è una proposta semplice, giusta, di civiltà. Perché l'identità non si eredita, ma si costruisce. Con la scelta, la partecipazione, la condivisione di un destino comune. Strappare quei manifesti è un gesto meschino, che rivela solo debolezza e paura». «Siamo di fronte a un atto grave e per di più contraddistinto da una bella dose di vigliaccheria, come da tradizione a quelle latitudini, è un attacco a chi vuole una Italia aperta e accogliente da parte di chi ha una idea chiusa e discriminatoria», afferma Bernardo Marasco, segretario generale della Cgil di Firenze. La Cgil ha ricevuto segnalazioni di questi atti nelle bacheche elettorali di viale Lami, lungarno Zecca Vecchia, via del Bisarno. «Nemmeno il coraggio di metterci la faccia - accusa Marasco - e fare la propria campagna per votare no, preferiscono solo silenziare la voce degli altri sovrapponendo i loro manifesti a quelli legittimante assegnati. Ecco una ragione in più per andare a votare: opporsi a questa deriva pericolosa che disprezza la democrazia e la convivenza civile, deriva che va avanti strisciando nel nostro Paese».
Anche la sindaca Sara Funaro è netta: «Strappare dei manifesti per sostituirli con slogan che negano l'uguaglianza e alimentano la discriminazione è un gesto inaccettabile. Non è solo vandalismo, ma il tentativo di cancellare un'idea diversa di società: più giusta, più aperta, più inclusiva. Chi oggi si oppone a una proposta di cittadinanza più semplice e civile lo fa negando una realtà sotto gli occhi di tutti: migliaia di ragazze e ragazzi che studiano, lavorano e crescono con noi fanno già parte della nostra comunità - aggiunge Funaro -. Firenze non si fa intimidire. E continua a credere nei diritti, nella libertà e nella convivenza. La dignità delle persone venga prima dell'odio».