Il Tirreno

Firenze

Le indagini

Esplosione al deposito Eni di Calenzano, scattano nuove perquisizioni

Esplosione al deposito Eni di Calenzano, scattano nuove perquisizioni

La procura di Prato ha ordinato nuove ispezioni per verificare la portata del danno ambientale

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CALENZANO Verificare la portata del danno ambientale, in particolare riguardo il sistema di trattamento delle acque. Altre perquisizioni nel corso delle indagini della procura di Prato sul disastro al deposito Eni di Calenzano, e in particolare nel filone in cui si ipotizza lo sversamento illecito di acque industriali. Nei giorni scorsi la polizia giudiziaria è tornata negli uffici Eni, e di 4 tra responsabili del deposito e dirigenti Eni indagati proprio per il presunto danno ambientale: la dirigente incaricata della gestione del centro di Calenzano, Patrizia Boschetti, la responsabile del servizio protezione e prevenzione del deposito, Emanuela Proietti, il responsabile del deposito, Luigi Cullurà e un tecnico addetto alla manutenzione, Marco Bini, in qualità di responsabile della rete fognaria, delle pavimentazioni e delle infrastrutture.

Le perquisizioni, riporta oggi l'edizione fiorentina di Repubblica, fanno seguito a quelle svolte nell'aprile scorso, e si basano sui risultati dei primi accertamenti che avevano rilevato una eccessiva concentrazione di idrocarburi nel fosso Tomerello, non adeguato per ricevere le acque industriali (al contrario del torrente Garille, principale destinatario degli scarichi) in quanto non protetto da barriere di cemento e dunque non in grado di contenere le sostante inquinanti. Gli esperti avevano individuato diversi punti critici e uno in particolare, legato a una valvola che consentirebbe lo scarico - non autorizzato - dal deposito nel fosso Tomerello. Vista la complessità della materia, il procuratore Luca Tescaroli si è avvalso del lavoro di alcuni consulenti ((anche per valutare lo stato delle falde acquifere) e ha ordinato una serie di perquisizioni per ricavare un quadro preciso del danno e delle eventuali responsabilità. Le acquisizioni dei giorni scorsi hanno puntato a diversi "bersagli", tra cui gli schemi funzionali del processo di trattamento delle acque, le specifiche tecniche delle vasche, delle pompe installate e degli apparecchi che compongono il sistema di trattamento e la relazione tecnica dello stesso processo di trattamento. Nel frattempo continuano anche gli accertamenti sul filone principale d'inchiesta, sulla presunta catena di errori che provocò la morte di cinque persone e lesioni (in alcuni casi molto gravi) ad altre 26. Nove gli indagati, cui vengono contestate le accuse di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.

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