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Firenze, riapre al pubblico Villa La Quiete: «Qui l’ultimo giardino all’italiana» – Video

di Sabrina Carollo

	Un'immagine del Giardino
Un'immagine del Giardino

Restaurato come nel Settecento grazie ai fondi del Pnrr: ecco quando si potrà visitarlo

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FIRENZE. Era stato voluto dall’Elettrice Palatina, che si era rifugiata qui dopo essere tornata nel 1716, vedova, dalla Germania. Non volendo abitare a palazzo Pitti perché non andava d’accordo con il fratello Gian Gastone, si fece costruire un’ala del palazzo dell’educandato dove aveva vissuto da bambina a cui volle aggiungere un bel giardino, realizzato tra il 1724 e il 1727, dove godere della frescura e del verde.

Ora il giardino di Villa la Quiete, di proprietà della Regione ma parte del Sistema Museale di ateneo perché in concessione all’Università di Firenze, torna a splendere grazie a un accurato restauro finanziato dal Pnrr per una cifra complessiva di un milione e ottocentomila euro. «La fortuna di questo posto è che è intatto, uno dei pochi giardini in Italia ed Europa rimasto uguale a com'era nel Settecento, mentre quelli che sono detti giardini all'italiana sono abitualmente frutto di ricostruzione del Novecento; il famoso giardino all'italiana è un'invenzione soprattutto degli anglosassoni e del periodo fascista», spiega il professor Giorgio Galletti, docente di Storia dell'architettura del paesaggio e del giardino all’UniFi e già direttore del giardino di Boboli.

Gli interventi

«Il giardino all’italiana era una struttura complessa, le siepi di bossi erano appena delineate perché prevalevano i campi a fruttato o seminativo». Gli interventi hanno riguardato il recupero delle edicole di due fontane, una lungo il muro di cinta che un tempo era decorata da un affresco andato perduto con il “Noli me tangere” e l’altra sul fondo del giardino con un gruppo scultoreo che rappresenta l’incontro evangelico con la Samaritana - due soggetti entrambi al femminili, a riconferma della vocazione dell’educandato - il grottino decorato sotto la scalinata, tutto l'impianto idraulico, le panche e gli arredi lapidei, e la ragnaia «che è la cosa più eccezionale di questo giardino», commenta Galletti.

Le ragnaie erano dei boschetti per l’uccellagione che caratterizzavano soprattutto i giardini toscani: erano costituite da alberi ad alto fusto piantati in modo fitto ma regolare, tra i quali venivano poi tese delle reti – da qui la definizione di ragnaia, perché sembravano delle ragnatele. Gli uccelli venivano spaventati dall’esterno in modo che si infilassero per trovare rifugio, ma qui rimanevano imprigionati. «Quella di questo giardino è l’unica che si è conservata intatta dal ‘700, quando viene piantata. La ragnaia ha rappresentato uno degli interventi più impegnativi, perché se non viene mantenuta con potature costanti per mantenere sia la pareggiata sia la sfilatura si perde», ha aggiunto Galletti. La ragnaia è anche alla base del sistema delle palissade francesi: «Tutto il formalismo dei viali parigini inizia con questa tecnica di potatura geometrica: quando Maria De Medici divenne regina di Francia mandò un architetto francese a prendere i rilievi di Boboli per ripetere lo stesso stile al Palais du Luxembourg» conclude il professore.

Oltre che per l’uccellagione, le ragnaie fornivano frescura, tanto che all’interno di un boschetto in quella di villa La Quiete si vedono ancora, disposte in circolo, delle sedute in pietra serena. Con una parte pensile e diviso in dieci aiuole geometriche e due viali principali rettilinei, il giardino è abbellito al centro da una bella vasca in pietra serena; la leggera pendenza su cui è costruito serviva ad alimentare le fontane e i giochi d’acqua nella grotta. Sabato e domenica 18 maggio sarà straordinariamente aperto al pubblico dalle 10 alle 18, con ingresso libero e gratuito; sono state organizzate anche attività per famiglie su prenotazione. Fino a fine ottobre poi sarà possibile visitare la Villa e il giardino nei fine settimana grazie a visite guidate a pagamento, su prenotazione, con un percorso tematico dedicato all'Elettrice Palatina.

«L'apertura al pubblico è una tappa nel percorso di recupero del complesso monumentale di Villa La Quiete», ha spiegato la rettrice Alessandra Petrucci. «L'evento chiude simbolicamente le manifestazioni organizzate dall'Università di Firenze per i suoi cento anni e ci incoraggia in una delle missioni più attuali dell'Università, quella della divulgazione della conoscenza e della cultura». Soddisfazione per la riapertura è stata espressa sia dalla sindaca di Firenze, Sara Funaro, che dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha dichiarato: «Questo luogo, legato alla figura dell’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de’ Medici, simbolo di lungimiranza e dedizione alla tutela del nostro patrimonio, rappresenta un tassello fondamentale della storia toscana e della sua identità. In occasione del Centenario dell’Ateneo fiorentino, questo traguardo assume un significato ancora più profondo: è la prova che la cultura, quando sostenuta con visione e risorse, può rigenerarsi e diventare motore di sviluppo».

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