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Firenze, intero quartiere chiuso per la sfilata di Gucci. Città divisa: svendita o prestigio? Il messaggio ai residenti


	Fa discutere la sfilata di Gucci nel quartiere di Santo Spirito a Firenze
Fa discutere la sfilata di Gucci nel quartiere di Santo Spirito a Firenze

Si accende il dibattito sulla concessione di spazi pubblici ai privati

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FIRENZE. Gucci tornerà a sfilare a Firenze con un evento che promette di lasciare il segno. La celebre maison ha scelto non solo Palazzo Settimanni, sede del suo archivio storico, ma l’intero quartiere di Santo Spirito come palcoscenico per presentare la nuova collezione Cruise 2026 domani.

La polemica

Un’operazione di grande impatto scenico e mediatico, che ha acceso i riflettori sulla città ma anche riacceso vecchie polemiche. A far discutere non è tanto la sfilata in sé, quanto la decisione di utilizzare spazi pubblici per un evento privato e altamente esclusivo. I residenti di Santo Spirito sono stati informati solo pochi giorni fa attraverso una lettera definita «riservata e confidenziale», inviata da Enic, l’agenzia incaricata dell’organizzazione.

Il messaggio

Nel messaggio si annunciano riprese cinematografiche e attività legate all’evento tra oggi (mercoledì 14 maggio) e domani, con la promessa di «minimizzare i disagi» e garantire una «pulizia straordinaria» della piazza Santo Spirito. Il Comune, dal canto suo, difende la scelta. L’assessore allo sviluppo economico Jacopo Vicini sottolinea l’importanza dell’iniziativa, che porterà secondo le stime oltre mezzo milione di euro tra sponsorizzazioni, donazioni e affitti. «Un’opportunità straordinaria per promuovere l’immagine di Firenze nel mondo e valorizzare un luogo simbolico come Santo Spirito», dichiara Vicini.

Il dibattito

Ma la politica non resta a guardare. Il gruppo consiliare Sinistra Progetto Comune, con Dmitrij Palagi e Francesca Lupo, va all’attacco: «Ancora una volta la città viene concessa a un privato per un evento che esclude i cittadini. Il Comune continua a vendere pezzi di spazio pubblico come fossero proprietà di pochi». A dividere l’opinione pubblica è una domanda cruciale: è Gucci a dare prestigio a Firenze come sostiene l’assessore Vicini, o è Firenze che con i suoi luoghi storici dà prestigio a Gucci? Possibile che una maison di moda, per quanto ricca e famosa, sovverta la storia, rovesci la realtà di un quartiere secolare pieno di bellezze rendendolo addirittura utilizzatore del prestigio di Gucci e non dispensatore di valore? 
 

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