Il Tirreno

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La sentenza

Firenze, docente calunnia e diffama una collega: dalla condanna alla sospensione

di Pietro Barghigiani
Firenze, docente calunnia e diffama una collega: dalla condanna alla sospensione

Aveva scritto ai vertici della scuola e alla questura: "Ha spinto un alunno autistico", ma non era vero

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FIRENZE. Una docente stimata nell’ambiente scolastico al punto da ottenere l’incarico di referente, d’accordo con la questura di Firenze, del progetto per la repressione del bullismo e del cyberbullismo. Una credibilità costruita in anni di lavoro che si sgretola con una mail. Un giorno quell’insegnante si trasforma nell’accusatrice di una collega. Non frasi bisbigliate nei corridoi durante le pause delle lezioni. No, l’affondo personale è un atto scritto inviato dalla posta elettronica alla dirigenza scolastica dell’istituto comprensivo e anche alla questura, divisione anticrimine. Un racconto dettagliato di un fatto gravissimo per il quale incolpa un’insegnante. In sostanza, in quello che diventa un documento alla base di tutta la storia, la professoressa attribuisce alla collega un gesto sgradevole: aver spintonato in maniera violenta un alunno con problemi di autismo. Quell’atto d’accusa nel tempo è diventato un boomerang che chi lo aveva firmato e spedito a una pluralità di destinatari istituzionali.

La docente è stata condannata in primo grado a 3 anni per calunnia e diffamazione e dopo la sentenza (pende appello) l’ufficio scolastico regionale l’ha sospesa dall’insegnamento per sei mesi, dal primo settembre 2024 al 28 febbraio 2025. La prof ha fatto ricorso contro il provvedimento disciplinare, ma il Tribunale di Firenze, sezione lavoro (giudice Tommaso Maria Gualano) l’ha respinto. La sospensione era ed è legittima e, soprattutto, proporzionata alla gravità dei fatti accertati. Respinte le argomentazioni della docente sulla «illegittimità della sanzione per violazione dei principi di uguaglianza e imparzialità, nonché per carenza di attività istruttoria e sproporzione della sanzione».

La vicenda risale al febbraio 2019 e riguarda un istituto fiorentino. In particolare, l’episodio è ambientato nella classe 3a F. È qui che sarebbe avvenuto lo scambio di battute tra le due insegnanti. Con l’attribuzione del gesto alla collega da parte della referente per la lotta al cyberbullismo che nella mail, dal potenziale carico diffamatorio e calunnioso, scrive: «Entra (la collega, ndr) in classe e dà un forte spintone al bambino portatore di handicap, ritengo che in quella classe vi siano comportamenti scorretti» con la segnalazione negativa dell’insegnante che, chiamata a dare spiegazioni, prima resta stupita per quello che le viene addebitato e poi querela l’accusatrice. E in primo grado ne ottiene la condanna per calunnia e diffamazione. Nel frattempo, la prof condannata e sospesa insegna in un istituto comprensivo di Castelfiorentino. Non ci sono solo i 3 anni inflitti, ma anche l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e l’interdizione legale per la durata della pena. Se la condanna dovesse diventare definitiva, per la prof vorrebbe dire lasciare la cattedra. l

Pietro Barghigiani


 

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