Il Tirreno

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Il nuovo progetto

Sensori ai bagni pubblici del centro di Firenze per monitorare l’overtourism: dove saranno messi

di Alessandro Pattume
Uno dei bagni pubblici
Uno dei bagni pubblici

Il Comune prova in questo modo ad avere dati giornalieri per misurare il fenomeno

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FIRENZE. Sensori contapersone ai bagni pubblici del centro per riuscire a misurare l’overtourism con dati giornalieri. Sara Funaro del resto lo ha ripetuto anche negli ultimi giorni, in occasione del Forum sul turismo e del G7 del turismo voluti dalla ministra Daniela Santanché: la battaglia contro il dilagare degli affitti brevi e lo snaturamento dell’area Unesco, sempre più svuotato di residenti, si gioca anche sui numeri. E finora Firenze la sta perdendo visto che conosce soltanto il numero degli arrivi annuali di turisti (12 milioni), ma non la cifra dei visitatori giornalieri. E dov’è che quasi ogni visitatore, durante la sua vacanza fiorentina, capiterà almeno una volta? In un bagno pubblico.

Il tema

In fondo una città d’arte visitata ogni anno da milioni di persone non può che occuparsi con grande attenzione anche di bagni pubblici. Per due motivi, secondo il classico ritornello del colpo al cerchio e uno alla botte. Da una parte trasformare in attrazione anche i servizi essenziali dove migliaia di persone si ritirano ogni giorno per espletare i propri bisogni. Dall’altra, invece, sfruttarli per comprendere i comportamenti dei loro utilizzatori, residenti e soprattutto turisti. È per questo che nelle ultime settimane la giunta ha dato il via a due distinti progetti per la valorizzazione artistica di quattordici bagni pubblici attraverso la street art e per l’installazione di sensori contapersone al loro ingresso.

Il progetto

L’operazione “Bagni pubblici” è inserita all’interno del progetto “Feel Florence: dalla transizione digitale alla sostenibilità per una nuova destinazione turistica”, prevede la qualificazione artistica dei bagni pubblici, appena affidata all’associazione Arteteca di Napoli per 158 mila euro. L’associazione dovrà ideare, progettare e realizzare, dopo la loro ristrutturazione, un intervento nei bagni pubblici di piazza della Catena, Piazzale Kennedy, Viale Galileo Galilei, Via delle Porte Sante, Lungarno Pecori Giraldi, Giardino delle Rose, via dell’Ariento (interno Mercato Centrale) , Piazza Ghiberti (interno mercato di Sant’Ambrogio) , Piazza Santo Spirito, Piazza dei Ciompi (interno Giardino del Gratta).

E poi, ancora, in quelli di via Filippina, via dello Sprone angolo via del Pavone, via della Stufa angolo via Taddea e Piazza Santa Maria Novella. Il capitolato d’appalto del progetto definisce poi anche la tipologia di intervento che potrà essere effettuato sui bagni pubblici, che differiscono tra loro per dimensioni, caratteristiche architettoniche e collocazione. Le opere ammesse sono di due tipologie: interventi di arte urbana da realizzare su supporti messi a disposizione dal Comune o installazioni di arte urbana «site specific outdoor», «per la cui effettiva esecuzione – specificano dal Comune – sarà necessario il relativo nullaosta ove presente un vincolo di paesaggistica». In entrambi i casi, massima libertà sulla natura degli interventi, che potranno andare dal mosaico agli stickers, dal muralismo outodoor al videomapping fino ad arrivare alle installazioni interattive, sonore o ambientali.

I sensori

Sugli stessi quattordici bagni pubblici verranno poi installati i sensori contapersone. Il progetto è sempre lo stesso: “Feel Florence” e la spesa non supera i cinquantamila euro. Ma l’installazione di questi sensori non è da sottovalutare perché, per quanto in forma anonima, trasmetteranno al Comune una serie di informazioni importanti. Gli aggiornamenti sul numero di fruitori per ogni singolo bagno pubblico, che non è dato sapere se saranno in tempo reale o quotidiani, serviranno poi per studiare con attenzione la loro frequentazione. Se troppo o troppo poco frequentati e le fasce orarie e i periodi dell’anno in cui vengono usati di più. Tutte informazioni utili a prendere decisioni in futuro e per conoscere un po’ di più le decine di migliaia di persone che ogni giorno frequentano Firenze e si ritrovano a cercare un bagno pubblico.

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