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Firenze, da tre giorni sulla gru a 30 metri di altezza: «Sono qui per chiedere giustizia». La protesta di Leonardo Moretti

di Matteo Leoni
Firenze, da tre giorni sulla gru a 30 metri di altezza: «Sono qui per chiedere giustizia». La protesta di Leonardo Moretti

L’uomo non è sceso nemmeno dopo aver parlato con la procura. I vigili del fuoco hanno cercato di salire ma l’uomo li ha fatti allontanare gettando della benzina

05 maggio 2024
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FIRENZE. Si trova lassù da almeno tre giorni, ma non molla. A farlo scendere non è bastato neppure l’intervento della pm Christine Von Borries, che ci ha parlato a lungo dopo essere salita sul tetto di uno degli edifici in costruzione nel cantiere. Leonardo Moretti, torinese di 62 anni da compiere a ottobre, non molla. Resta sulla gru. «Non posso neppure dormire – avrebbe confidato a un amico – perché se lo faccio salgono e mi vengono a prendere». Si considera una vittima della giustizia, e vuole che i magistrati di Firenze prendano in considerazione il suo caso. Protesta contro una condanna a su carico, cinque anni per estorsione, che secondo lui gli è stata ingiustamente comminata dal tribunale di Perugia.

Tre anni fa Moretti aveva piantato una tenda fuori dal tribunale di Perugia, per protestare contro uno sfratto subito. Proprio da questo sfratto sarebbe scaturita anche una vicenda giudiziaria, culminata con una condanna a cinque anni diventata definitiva a suo dire a sua insaputa, quando lui era all’estero per lavoro e non aveva possibilità di difendersi. Da qui la protesta contro i giudici che lo hanno condannato, che lo scorso dicembre ha denunciato con un esposto alla procura di Firenze, senza ottenere però alcun esito. Lo stesso esposto che poi l’uomo ha fato avere anche alla pm Christine Von Borries, che per ben due volte ha parlato con lui cercando di farlo scendere.

Moretti ha con sé un sacco a pelo, del cibo. Ieri avrebbe garantito di voler andare avanti almeno fino a domani mattina. Sarebbe salito una prima volta sulla gru, nel cantiere a pochi metri dal Palazzo di Giustizia, il primo di maggio, per fare una sorta di sopralluogo. Poi sarebbe salito definitivamente il giorno successivo. Solo dalla mattina del 3 però si è fatto notare, parlando al megafono e palesando a tutti la sua presenza.

«Non mi voglio buttare giù ma levate quel palloncino sennò ve lo buco» ha gridato ai vigili del fuoco, riferendosi al materasso di salvataggio piazzato ai piedi della gru alta oltre trenta metri. E puntualmente lo ha fatto, danneggiando il materasso usando una specie di bottiglia incendiaria. Secondo alcune testimonianze, avrebbe anche tirato della benzina contro dei vigili del fuoco che cercavano di raggiungerlo sulla gru.

«Come va?» ha chiesto ieri rivolto ai soccorritori e ai giornalisti assiepati sotto la gru. Poi ha tirato in strada una copia della sua denuncia presentata in procura a Firenze contro i giudici umbri. «Può darsi che questo documento in procura l’abbiano già visto – ha detto – l’ho consegnato a dicembre ma non ho più saputo nulla». Da quanto si è potuto capire dalle sue parole, Moretti vorrebbe anche che fosse trovata una soluzione affinché lui, condannato in via definitiva a cinque anni, possa scontare la condanna in un modo alternativo al carcere.

«No no state tranquilli, non voglio suicidarmi – ha detto parlando al megafono –, sono solo alla ricerca di giustizia, una cosa che mi è stata negata da trent’anni». «Quello che ho scritto nella denuncia è tutto vero – ha aggiunto – e me assumo la responsabilità». Intorno alle 13 di ieri ha avuto un colloquio con la pm Von Borries, che si affacciata dal tetto dello stabile in costruzione, il punto più vicino a lui: «Parli col mio avvocato – le ha detto Moretti – e si renderà conto di come sono messo male, io allora sono anche disponibile a scendere e a smetterla con questa cosa, però sono stato già due volte in procura e qua non ho avuto risposte». Poi ha detto di volere delle certezze, e nell’attesa di essere intenzionato a restare lassù almeno fino a domani.


 

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