Firenze, scoperta e sgominata la baby gang che chiedeva il pizzo ai coetanei
La procura per i minorenni ha chiuso le indagini a carico di 5 giovanissimi tra 15 e 17 anni
FIRENZE. In pochi giorni erano diventati il terrore dei giovani della zona. Agivano nel parcheggio di un centro commerciale a Campi Bisenzio, picchiando e rapinando ragazzini, anche minorenni. Per questo cinque giovanissimi di età compresa tra i 15 e i 17 anni – all’epoca dei fatti – sono finiti sul registro degli indagati della procura per i minorenni di Firenze, che di recente ha chiuso le indagini a loro carico, coordinate dalla pm Giuseppina Mione. Uno dei rapinatori sarebbe anche arrivato a chiedere una sorta di pizzo a una delle vittime, un ragazzino di 13 anni, per garantirgli protezione dai soprusi del branco. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono quelli di estorsione, rapina, tentata rapina aggravata, lesioni personali aggravate, detenzione abusiva di armi, furto con strappo e ricettazione. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra agosto e settembre 2022.
Il branco si muoveva con spudoratezza, senza temere ripercussioni. Tuttavia spesso prima di entrare in azione i baby rapinatori prendevano la precauzione di indossare dei caschi integrali in modo da non essere riconosciuti, caschi che se diventava necessario potevano anche essere usati come armi per picchiare il malcapitato di turno.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, uno degli indagati, diciassettenne all’epoca dei fatti, sarebbe arrivato a chiedere denaro a un ragazzino di 13 anni, nell’agosto del 2022, costringendolo a consegnargli le banconote che aveva con sé come prezzo per garantirgli la sua protezione dalle aggressioni degli altri componenti della banda. Il tredicenne, nonostante il “pizzo” pagato, non sarebbe però riuscito a scampare alle attenzioni della gang. La rapina a suo carico risale al giorno successivo a quello in cui aveva dato i soldi in cambio di una presunta protezione. Sarebbe stato affrontato da tre degli indagati, mentre si trovava con un amico nel parcheggio del centro commerciale. «Dacci la collana d’oro» gli avrebbe detto uno dei baby rapinatori. Il tredicenne però avrebbe resistito al primo attacco, nonostante le minacce di botte che gli fioccavano addosso. La gang se la stava prendendo solo con lui, e così, per evitare di essere derubato passò il portafoglio all’amico. Il gruppo allora si sarebbe avventato su quest’ultimo, sfilandoglielo dalle tasche.
Due dei minorenni, insieme a un diciottenne per il quale è aperto un procedimento presso la procura ordinaria, sono considerati dagli inquirenti anche i presunti responsabili di una tentata rapina a due giovani di origine cinese, che il 23 settembre del 2022 furono accerchiati e picchiati con lo scopo di portare via loro del denaro. I malviventi, di fronte alle resistenza opposta dalle vittime, li picchiarono con pugni e colpi di casco, dandosi poi alla fuga a mani vuote dopo aver sfogato la loro rabbia. Un’aggressione che costò a uno dei ragazzi asiatici una profonda ferita alla testa, medicata con dei punti in pronto soccorso, e un trauma cranico.
Tra gli episodi contestati, anche quello di un diciassettenne circondato da cinque ragazzi, tutti col volto coperto da un casco integrale da moto, derubato sempre nel parcheggio del centro commerciale il 22 settembre del 2022. Stando a quanto accertato dagli inquirenti, il commando che lo prese di mira, strappandogli dal collo una catenina d’oro, sarebbe stato composto da uno dei ragazzini raggiunti di recente dalla chiusura indagini (diciassettenne all’epoca dei fatti e ora diciottenne) e da altri quattro giovani che non è stato possibile identificare.
Uno degli indagati è accusato di detenzione abusiva di armi perché trovato in possesso di un manganello telescopico in occasione della perquisizione domiciliare. I cinque giovani raggiunti dalla chiusura indagini sono difesi dagli avvocati Chiara Gori, Amelia Vetrone, Sabrina Viviani, Elena Giuntoli e Raffaella Navarri. Secondo gli inquirenti, il gruppo sarebbe stato composto anche da altri minorenni, che non è stato possibile identificare. A entrare in azione poi era sempre alcuni dei baby rapinatori, mai l’intera banda.
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