Kata, colpi di martello per sfondare muri e soffitti: nell’ex hotel arrivano i Cacciatori di Calabria
I militari armati di torce passano al setaccio ogni angolo, l’attività durerà alcuni giorni
FIRENZE. Tum, tum, tum, il rumore rimbomba tra le pareti dell'Astor ormai deserto da mesi e arriva anche all’esterno, in strada. È il suono dei martelli al lavoro, degli attrezzi che aprono brecce nei controsoffitti e nei muri dell’albergo abbandonato, per cercare tracce biologiche di Kata.
Vanno ancora più in profondità le ricerche nella struttura da cui oltre quattro mesi fa è sparita la bambina. Per trovare una traccia, un elemento che aiuti nelle indagini non si esclude niente, ogni risorsa viene messa in campo, ogni ipotesi percorsa, si continua a indagare a 360 gradi e soprattutto ad analizzare centimetro per centimetro il luogo da cui Kata è scomparsa. Ad aggiungersi alla lista di specialisti che investigano sulla sparizione della piccola adesso arrivano anche i “Cacciatori di Calabria”, i corpi speciali dedicati alla lotta alla criminalità organizzata e alla ricerca di latitanti mafiosi, abituati a investigare nei recessi più nascosti e nelle zone più impervie del Paese.
L’ultimo sviluppo nell’indagine è proprio il ricorso ai “Cacciatori” per far emergere ulteriori elementi fino ad ora rimasti nascosti. Arrivano presto all’hotel Astor le unità speciali, tute mimetiche, stivali e caratteristico basco rosso in testa. Ad accompagnarli carabinieri e vigili del fuoco. Sono i soli ormai a calpestare quel pavimento dove sono passati i tanti occupanti del palazzo, quel pavimento dove la piccola Kata camminava fino alla sua improvvisa sparizione. Lavorano alacremente, anche se da fuori le mura dello stabile di via Maragliano si riescono a cogliere solo piccoli indizi della loro presenza: il rumore, ombre che passano davanti alle finestre chiuse dell’ex albergo, di tanto in tanto il lembo di una mimetica che si scorge dal terrazzo esterno. Partono dal basso per poi salire, battono l’edificio palmo a palmo, la ricerca non si concluderà tanto presto, è previsto che prosegua per qualche giorno. Si radunano in cortile, dove intanto sono stati portati grossi sacchi bianchi colmi di materiale prelevato dalla struttura e si trovano ancora rifiuti abbandonati accatastati da una parte. Poi salgono per la scala esterna, si soffermano, osservano, arrivano fino alla terrazza sul tetto, e di nuovo tornano dentro ad analizzare ogni stanza, ogni spazio in cui trovare qualche dettaglio sfuggito fino a questo momento. Intanto i vigili del fuoco entrano ed escono dall’Astor, prendono gli attrezzi dal camion parcheggiato davanti al cancello e tornano dentro, mentre all’interno vanno avanti le ricerche.
Dalle finestre si vede il bagliore delle torce accese, la luce che proietta nelle stanze vuote le ombre scure degli investigatori, quasi come fossero i fantasmi delle vite che affollavano il vecchio hotel prima che la scomparsa di Kata cambiasse tutto, prima che i riflettori si accendessero finalmente sull’edificio, mostrando al mondo quello che era sotto gli occhi dei residenti del quartiere fino al giorno prima. Intanto mentre fuori continua a cadere la pioggia fotografi e cameramen sono tutti schierati davanti all’albergo, “spiando” come possibile quello che accade all’interno, aspettando di cogliere il particolare in più, la notizia, un indizio sulla scomparsa della bambina. Due carabinieri escono dal cancello e salgono in auto, poi si allontanano. Residenti e passanti incuriositi dallo schieramento di giornalisti si soffermano, chiedono informazioni: «Che sta succedendo?», «Cosa cercano?», «Ci sono novità?» «Pensano che Kata sia ancora dentro?». Poi c’è chi sbuffa, chi non ne può più del circo mediatico davanti al portone di casa e vorrebbe che tutto finisse. È circa mezzogiorno quando i vigili del fuoco risalgono sul camion e vanno via, dentro intanto si continua a lavorare, il rumore dei martelli risuona ancora, si cercano tracce nell’impianto di aerazione, probabilmente verranno usate delle sonde per individuare ogni dettaglio, anche nei passaggi più stretti. Oggi come quattro mesi fa l'Astor continua ad essere il cuore di questa ricerca senza sosta, il luogo in cui si spera di trovare l'elemento decisivo che riaccenda la speranza di ritrovare Kata.
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