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Meyer, grossa cisti al cervello: giovane di 18 anni salvato con una tecnica mai usata prima


	Il dottor Lorenzo Genitori
Il dottor Lorenzo Genitori

Il ragazzo soffriva di fortissime cefalee con rischi altissimi: il racconto dell’intervento eseguito dall’equipe neurochirurgica guidata dal dottor Lorenzo Genitori

27 settembre 2023
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FIRENZE. Al Meyer di Firenze l’equipe neurochirurgica guidata dal dottor Lorenzo Genitori ha condotto con successo un intervento di rimozione per via endoscopica di una cisti colloide su un ragazzo di 18 anni, affetto da una patologia cistica profonda del cervello, utilizzando un percorso endoscopico innovativo messo a punto dagli stessi specialisti del Meyer. La prestigiosa rivista Operative Neurosurgery ha pubblicato un video-articolo sull’intervento.

La patologia. A causa della cisti colloide –  situata in una zona profonda del cervello, la parte più alta del terzo ventricolo, e della notevole dimensione di 24 mm  – il ragazzo soffriva di fortissime cefalee per cui era stato inviato al Centro di eccellenza di Neurochirurgia del Meyer per una valutazione specialistica. Qui i medici hanno diagnosticato la presenza di una cisti con un’anatomia e una collocazione molto particolare, non raggiungibile attraverso il percorso endoscopico standard (cioè passando dai ventricoli laterali e poi attraverso il forame interventricolare) e di difficile visualizzazione. Se non trattata chirurgicamente, a causa delle dimensioni e della localizzazione, la cisti avrebbe rischiato di ostruire la naturale circolazione del liquido cerebrospinale attraverso le diverse camere del cervello, facendo pericolosamente aumentare la pressione endocranica e mettendo in pericolo di vita il paziente.

Un percorso endoscopico mai usato prima. Il team guidato dal dottor Lorenzo Genitori – spiegano dal Meyer - ha messo a punto, per questo caso, una tecnica innovativa: un percorso endoscopico nuovo, che, con l’ausilio del neuronavigatore, del mapping preoperatorio e di una particolare tecnica di Risonanza Magnetica (la cosiddetta trattografia in RM), partendo da un buco di appena 5 mm nell’area dell’osso frontale e passando dai ventricoli cerebrali laterali, prosegue attraverso il setto pellucido e, passando attraverso la membrana del setto raggiunge la cisti con un’altra angolazione molto più diretta. Grazie a questa tecnica la precisione è assoluta e non si corre il rischio di ledere nessun’altra struttura cerebrale. Inoltre, rispetto all’intervento chirurgico tradizionale, un approccio endoscopico di questo tipo riduce ampiamente il rischio di recidive.

Il team. In sala operatoria, insieme al dottor Genitori, un team composto dai dottori Federico Mussa, Mirko Scagnet, Rina Agushi e Regina Mura, con l’ausilio del primario di neuroanestesia dottoressa Paola Serio e del neuroradiologo, dottor Ludovico D’Incerti per la parte di pianificazione e simulazione preoperatoria. Tutta questa parte è stata resa possibile dalla collaborazione con il team del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Firenze diretto dalla professoressa Monica Carfagni che da anni collabora con il Meyer attraverso il laboratorio congiunto di stampa 3D “T3Ddy”.

«Il ragazzo è già a casa – è stato dimesso in terza giornata dopo l’intervento – e sta bene – racconta il dottor Lorenzo Genitori - La tac postoperatoria ha confermato la completa rimozione della cisti e il ragazzo non ha avuto alcuna complicazione. Aver messo a punto questa nuova tecnica ci consentirà, anche in futuro, di trattare pazienti con lesioni cerebrali profonde in maniera sempre più conservativa, mini invasiva e con meno complicanze».

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