Pd, a Firenze primarie sempre più vicine per il candidato sindaco
Da valutare se di partito o di coalizione, intanto Ceccarelli al lavoro sulle alleanze, sguardi rivolti al 30 settembre quando i dem si confronteranno con Verdi, Socialisti e Azione
FIRENZE. Si comincia a fare sul serio in casa dem, nella serata di giovedì 21 settembre il Pd fiorentino si è riunito per una direzione fiume, terminata intorno a mezzanotte in cui si è parlato del percorso da intraprendere per le elezioni del prossimo anno. Perimetro della coalizione, programma, consultazione dei circoli e primarie che ora non sono più viste come un tabù tra gli argomenti all’ordine del giorno. Un’apertura non di poco conto visto che solo fino a qualche mese fa sembrava un’ipotesi da tenere alla larga. Ma scartare l’idea a priori in un clima politico ormai radicalmente cambiato sarebbe risultato anacronistico e il Pd fiorentino lo sa. Non è un caso che solo pochi giorni fa la stessa segretaria nazionale Elly Schlein, chiudendo la Festa dell’Unità di Ravenna, abbia puntato i riflettori sulla necessità di ricorrere alle primarie su territori, aperte non solo agli iscritti ma anche ai militanti esterni.
L’idea che si fa largo nel Partito fiorentino è quella di provare a trovare un candidato che sia ampiamente condiviso, per trovare la quadra però si dovrà tenere in conto anche i partiti della possibile coalizione, insomma presentarsi dagli alleati con il candidato sindaco già preconfezionato sarebbe una mossa poco elegante. In caso contrario via libera alle primarie, resta da valutare se di partito o di coalizione. Un’apertura che è piaciuta anche ai sostenitori delle primarie a tutti i costi, come ad esempio la fronda più vicina all’ex assessora Cecilia del Re, ma che allo stesso tempo ha frenato eventuali fughe in avanti. Presente anche il sindaco Dario Nardella che proprio alcuni giorni fa aveva sollecitato il partito a dare il via al percorso verso le elezioni, deciso a confrontarsi col Pd sulle cose realizzate dalla sua amministrazione in questi anni di governo della città. Insomma un modo per ribadire che la discontinuità magari può essere una richiesta della destra, non certo del Partito democratico. La direzione ha dato mandato all’unanimità al segretario cittadino Andrea Ceccarelli di avviare il percorso programmatico verso le elezioni e il confronto con i possibili partiti della coalizione.
Un programma che prevede anche il confronto con il territorio e i circoli, sia in presenza che attraverso il ricorso a piattaforme per partecipazione, magari ricorrendo a Sociolab, usata già in passato dall’amministrazione fiorentina. Sul fronte coalizione invece un’anteprima del possibile perimetro di confronto sarà rappresentata dall’iniziativa che si terrà il 30 settembre, in cui il Pd si confronterà con Verdi, Socialisti, Volt e Azione. Ma non è escluso per i dem anche un avvicinamento a Sinistra italiana, o almeno alla parte di Sinistra italiana più dialogante, quella di cui fa parte il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi e che ha appoggiato la corsa a presidente della Regione di Eugenio Giani, per intendersi. C’è poi l’eterna incognita Italia viva, voci vicine a Matteo Renzi dicono che l’ipotesi primarie di coalizione piaccia poco al senatore, che sarebbe forse più tentato dalla corsa in solitaria. Ipotesi appetitosa per il l eader di Italia viva soprattutto se alla fine il centrodestra, malgrado il gran parlare che si fa di Schmidt in queste settimane, non riuscisse a trovare l’unità su un candidato e finisse per spaccarsi, da un lato Fratelli d’Italia e dall’altro Lega e Forza Italia, proprio come successo a Campi Bisenzio. Eventualità che aprirebbe a scenari per niente scontati in caso di ballottaggio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA