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Assolti dalla violenza sessuale per “buona fede”, l’assessora Nardini: «Senza consenso è violenza, nient’altro»

Assolti dalla violenza sessuale per “buona fede”, l’assessora Nardini: «Senza consenso è violenza, nient’altro»

Il caso dell’assoluzione per “errata percezione del consenso” fa discutere. «Non sono giustificazioni per la violenza né il vestiario, né episodi precedenti»

14 agosto 2023
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FIRENZE. La notizia dell’assoluzione di due diciannovenni, assolti dall’accusa di violenza sessuale su una ragazza diciottenne perché - secondo il giudice - ci sarebbe stata da parte loro un’«errata percezione del consenso» della ragazza fa discutere. Nello specifico fanno discutere le motivazioni di quella sentenza di assoluzione, anche alla luce di un altro passaggio della sentenza dove si legge che «l’errata percezione» degli imputati,  «se non cancella l’esistenza oggettiva di una condotta di violenza sessuale, impedisce di ritenere penalmente rilevante la loro condotta». La ragazza in passato aveva avuto rapporti con uno dei due ragazzi, cosa che li avrebbe indotti, nella logica della sentenza, a darlo per scontato anche in quell’occasione. Seppure non fosse in grado di esprimerlo poiché ubriaca.

A intervenire è anche l’assessora toscana alle Pari Opportunità Alessandra Nardini: «Hanno stuprato, con un rapporto di gruppo, una ragazza di 18 anni ubriaca in una festa in casa a Firenze, ma vengono assolti perché avrebbero dato per scontato il consenso "in buona fede". Leggo questa notizia e rimango basita. Non ci può essere una sbagliata percezione del consenso: se una ragazza è ubriaca non può aver acconsentito ad un rapporto di gruppo. Senza consenso è violenza. Nessun episodio precedente può giustificare quanto accaduto. Nessuno».

Nardini mette in luce il dato culturale che sottende la cultura del possesso e dello stupro: «Questo episodio dimostra ancora una volta la concezione della donna che hanno alcuni uomini, talvolta fin da giovanissimi. Per questo è fondamentale sradicare questa visione con la cultura, con l'educazione alla parità, al rispetto, all'effettività e alla sessualità nelle scuole. Non parlare di questi temi, pensare che siano un tabù, produce queste pericolose degenerazioni che non sono mai giustificabili. Non possono giustificarle episodi precedenti, non possono giustificarle il colore o il tipo di intimo o di vestiti che indossa una ragazza, né tantomeno può essere una giustificazione il fatto che una ragazza sia ubriaca o sotto l'azione di sostanze stupefacenti, perché questa casomai è un’aggravante: a maggior ragione se non è in grado di esprimere o negare il suo consenso non può diventare mero oggetto per soddisfare pulsioni sessuali maschili"».

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