Pestaggio al liceo, il ministro Piantedosi: «La violenza va sempre condannata»
Firenze, il responsabile del Viminale nel corso dell’audizione davanti alla commissione Affari costituzionali del Senato: «L’attività politica si fa con le idee e con il confronto»
FIRENZE. La violenza «non è mai ammessa e va condannata con la massima nettezza, perché l'attività politica si fa con le idee e con il confronto, mai con le minacce e la violenza» ed esistono «esempi, da una parte e dall'altra» di chi cerca «una giustificazione a metodi che non possono avere alcuno spazio».
Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che nel corso dell'audizione davanti alla commissione Affari costituzionali del Senato sulle linee programmatiche del dicastero. Il responsabile del Viminale è intervenuto rispetto al pestaggio avvenuto davanti al liceo Michelangiolo di Firenze il 18 febbraio.
Le reazioni
«Occorre valutare bene l’eccezionalità di quanto è avvenuto il 18 febbraio a Firenze, perché la banalizzazione del male è peggio della banalità male. A Firenze non è avvenuto un deplorevole ricorso a comportamenti maneschi, è avvenuto un pestaggio di squadristi davanti alla scuola che ha coinvolto due studenti e per il quale c’è stata la denuncia per violenza aggravata di sei aderenti ad Azione studentesca legata a Casa G, due realtà che fanno parte dell’album di famiglia del partito di maggioranza relativa in Parlamento, che in questo momento esprime il presidente consiglio. Do atto al ministro Piantedosi di non aver ceduto alla retorica della rissa e di aver parlato di aggressione. Considero le sue parole di oggi un passo avanti». Lo ha detto il senatore Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali, nel corso dell’audizione del ministro Piantedosi in Commissione affari costituzionali. «Per molti giorni – ha continuato Parrini - nessun esponente del governo ha parlato del pestaggio squadrista, il 23 febbraio ha parlato il ministro Valditara ed è opinione comune che se non avesse parlato sarebbe stato meglio perché ha peggiorato la situazione. Noi crediamo che non ci si debba nascondere dietro un dito e che la specificità di questo tipo di violenza imponga una reazione molto ferma, deve essere chiaro cosa il governo vuol fare per rafforzare le azioni tese a impedire che questi fatti avvengano. Sulla condanna della violenza siamo tutti d'accordo. La benzina sul fuoco con la sostanziale intimidazione di un docente reo di esprimere la propria opinione - sottolinea Parrini - è stata un'azione molto deplorevole».