Il Tirreno

Firenze

L’impunità del “me ne frego” (al governo)

di Massimo Mattei
L’impunità del “me ne frego” (al governo)

19 febbraio 2023
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A Firenze una mattina di febbraio del 2023, non del 1977, davanti al Michelangiolo c’è stata una violenza squadrista di fascisti contro i giovani del Collettivo Sum, l’organizzazione che guarda a sinistra degli studenti del Liceo di via della Colonna.

A volto scoperto, quasi a voler affermare anche una sorta di presunta impunità, che si manifesta in un’epoca dove sai che ogni cosa viene ripresa dai cellulari. E che poche ore dopo le forze dell’ordine verranno a bussarti a casa.

Ma te ne freghi. Che è sempre il tuo motto, allora come adesso. Perché sei convinto che con i sottosegretari che fanno il saluto romano sulla tomba del Duce e con il presidente del Senato che ha sulla scrivania il busto della buonanima il vento sia cambiato e ti senti protetto. A Firenze. Capoluogo di una delle ultime regioni ancora nelle mani dalla sinistra dove qualcuno penserà di portare bandiere diverse ed uomini diversi tra qualche anno a governare. Davanti ad una scuola, che erano almeno vent’anni che non si vedeva qualcosa di simile nella nostra città.

Sarà facile individuarli. Sarà facile prenderli. Sarà più difficile far capire a questi ragazzotti che il danno maggiore l’hanno fatto alla propria parte. Perché i primi che ieri mattina avrebbero dovuto indignarsi e prendere le distanze da questa violenza sono i Tomasi, che è un bravo politico ed un bravo amministratore, che può diventare tra tre anni il primo presidente di destra della Regione Toscana; sono i Marcheschi, che avrebbe le carte in regola per fare il sindaco di Firenze, i Torselli, che stanno facendo e bene opposizione in Consiglio regionale. Sono loro i più colpiti dalle aggressioni di ieri mattina, oltre, è ovvio, quei ragazzi picchiati e presi a calci mentre erano a terra. Picchiati e presi a calci a Firenze nel 2023, non davanti ad un liceo romano negli anni di piombo. Tocca alle forze dell’ordine intervenire e fare chiarezza. È compito invece del Consiglio comunale, della politica e della società civile rispondere e subito a questa provocazione. E sarebbe bello che il primo intervento lunedì in Consiglio comunale, la prima condanna venisse dai banchi di chi non c’entra niente con questi episodi ma ha tra le proprie fila gli aggressori.

Perché si cresce anche così. E ci si candida a governare anche così.

A Firenze nel 2023

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